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Pescara

Sanità: si allarga alle pre-liste di attesa l’inchiesta della Procura di Pescara

Sayonara Tortoreto

Pescara. Si allarga dalle liste alle pre-liste di attesa, l’inchiesta della procura della Repubblica di Pescara, per ora contro ignoti e senza ipotesi di reato, sui tempi per le prestazioni nella sanità pubblica.

Le pre liste, considerate “pratica illegale” di cui farebbero uso tutte le Asl e difese in una nota dai quattro manager, rappresenterebbe uno strumento che peggiora, se possibile, ancora di più la situazione. E le indagini della polizia giudiziaria continuano a ritmo serrato sia con l’esame della copiosa documentazione sequestrata nel corso del blitz dello scorso 20 giugno nelle sedi della Asl, dell’assessorato e del dipartimento alla salute della  Regione Abruzzo, che hanno la responsabilità diretta delle liste di attesa e dell’Agenzia sanitaria regionale, a cui da qualche mese la Regione ha affidato il compito di mettere in campo una strategia volta ad accorciare tempistiche delle visite.

Considerando che finora le misure adottate come quella di coinvolgere il privato non ha dato i frutti sperati. Un disservizio che caratterizza un comparto alle prese con un buco di 122 milioni di euro che ha costretto la maggioranza regionale di centrodestra riconfermata alle elezioni del 10 marzo scorso alla guida dell’ente per la prima volta nella storia, ad approvare a tempo di record una copertura del deficit di 68 milioni di euro al fine di evitare un nuovo commissariamento da parte di Roma.

Una delle misure messe in campo è la presentazione da parte dei direttori generali della quattro Asl di piani di razionalizzazione della spesa da attuare immediatamente, per far fronte al deficit che sarà macinato nel 2024: una norma voluta dal Consiglio regionale, in particolare dal presidente della commissione sanità, Paolo Gatti, di FdI, contro il parere della Giunta, in particolare del governatore, Marco Marsilio, anche lui di FdI, e dell’assessore alla salute Nicoletta Verì, ex Lega ora lista del Presidente, non rieletta alle elezioni ma confermata assessore come esterna. A proposito della inchiesta le indagini potrebbero estendersi anche nelle altre quattro province dove le problematiche sono molto simili.

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