Caramanico Terme. “Abbiamo bisogno di avere garanzie che una risorsa così preziosa, come quella di Caramanico Terme, venga valorizzata e destinata ad un uso che apporti il miglior beneficio al turismo termale abruzzese”: a sostenerlo è il presidente di Federalberghi Abruzzo, Giammarco Giovannelli.
Federalberghi e gli albergatori di Caramanico Terme esprimono “forte preoccupazione per il futuro delle acque termali e per le ricadute negative che l’attuale situazione potrebbe avere, ancora una volta, sull’economia locale: “La prospettiva che le acque termali vengano utilizzate per la produzione di cosmetici, senza un collegamento con il turismo termale e senza una strategia generale di rilancio del comparto, rischia di rappresentare un ulteriore ostacolo alla ripresa della città”, afferma il presidente Giovannelli, “la chiusura degli impianti termali, che si protrae da oltre un decennio, ha rappresentato un colpo durissimo per il settore ricettivo di Caramanico, un tempo punto di riferimento per il turismo del benessere e della salute”.
Per Daniela Renisi, presidente di Federalberghi Pescara, “gli alberghi, le strutture extra ricettive e le attività commerciali locali hanno subìto una drastica riduzione della clientela, con una conseguente perdita di posti di lavoro e un progressivo indebolimento dell’intero indotto economico. Il settore alberghiero non riesce più a sostenere la mancanza dei tanti turisti che, in passato, soggiornavano a Caramanico e riempivano le loro strutture”.
Federalberghi lancia, dunque, un appello alla Regione Abruzzo “perché approfondisca e vigili sull’assegnazione della concessioni e promuova un confronto che coinvolga le parti interessate: dagli amministratori locali agli
imprenditori del turismo”. Una richiesta sostenuta da tutti gli albergatori di Caramanico che chiedono “l’apertura di un tavolo di discussione per valutare soluzioni che garantiscano il rilancio del settore termale in modo sostenibile e vantaggioso per l’intero Abruzzo e per la comunità locale”.