
Pescara. I volontari del Touring Club Italiano di Pescara chiamano a raccolta tutti coloro che hanno a cuore l’integrità e la salubrità dell’ambiente per ripulire dalla plastica un tratto della spiaggia nord di Pescara.
L’appuntamento è alle 10:30 di domenica 23 marzo, sull’arenile dello stabilimento Calypso, a sud, o di quello del Barracuda, a nord.
I gruppi che qui si formeranno, muoveranno verso gli estremi opposti raccogliendo oggetti e frammenti di plastica che troveranno tra la sabbia. Quanto raccolto dai due gruppi sarà portato presso lo stabilimento Delfino Verde dove sarà selezionato, insaccato, pesato e depositato per la consegna ad Ambiente SpA, che ne curerà il prelievo e lo smaltimento.
“In mare e sulla spiaggia la plastica degrada fino a spezzettarsi in parti minute, – afferma Elio Torlontano, console del Touring Club Italiano e coordinatore del Club di territorio di Pescara –. Le micro e nanoplastiche inquinanti l’ecosistema marino sono assorbite dalla fauna ittica e, attraverso la catena alimentare, entrano nel nostro corpo senza che ce ne accorgiamo. La scienza ha anche accertato che la plastica degradata accoglie virus e batteri patogeni per la salute dell’ambiente, degli animali e dell’uomo. Pertanto, dovremmo essere
consapevoli che non è più procrastinabile l’agire per ridurre la dispersione di plastica nell’ambiente e che, soprattutto, dobbiamo diminuirne la produzione”.
Sul tratto di arenile scelto per la pulizia, si trovano in abbondanza spezzoni e parti intere di reti tubolari in polipropilene per la coltivazione dei mitili – dette reste – spiaggiate dalle mareggiate. Provengono dai campi di allevamento presenti al largo lungo tutta l’estensione della costa abruzzese, come d’altronde in altri tratti dell’Adriatico. “Gli allevatori del mare salpano le reste immerse entro le quali crescono i mitili, le tagliano per estrarre i molluschi e le gettano in acqua anziché issarle a bordo e conferirle a terra per lo smaltimento”, prosegue Torlontano, ” Tra la sabbia si trovano molti altri oggetti di plastica che il mare restituisce, ma anche i giochi dei bambini(secchielli, formine, palette, gonfiabili, ecc.) abbandonati sulla spiaggia a fine stagione balneare. E i filamenti di rafia sintetica che il vento stacca dagli ombrelloni di tipo hawaiano. Questi rifiuti sono i più insidiosi perché si spezzettano e degradano velocemente. Purtroppo sarà molto difficile raccoglierli”.