Pescara. Attraverso l’analisi delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) dei tre presidi della Asl di Pescara dal 2015 al 2022, è stato condotto un ampio studio retrospettivo osservazionale per la valutazione dell’impatto dello Streptococcus Pneumoniae (SP) sulla popolazione sia in termini di ospedalizzazione che di mortalità intraospedaliera.
Delle 288.110 SDO analizzate, ben 7.906 (2,7%) sono attribuibili a ospedalizzazioni relative allo Streptococco Pneumoniae. Il tasso di ospedalizzazione per polmonite pneumococcica è passato da 290.3 a 241.9 per 100.000 abitanti dal 2015 al 2022, mentre le batteriemie pneumococciche sono aumentate da 1,5 a 5,3 ogni 100.000 abitanti dal 2015 al 2022. La mortalità intraospedaliera dovuta a SP ha riguardato il 21% del campione dei pazienti ricoverati con patologia pneumococcica accertata.
Tra i fattori associati alla mortalità intraospedaliera, in linea con la letteratura internazionale, si trovano le età estreme della vita (<5 anni e >80 anni) e diverse comorbidità prevalenti nella popolazione, tra cui scompenso cardiaco congestizio, insufficienza renale, epatopatia cronica, pregresso infarto del miocardio.
Lo studio, il primo condotto in Abruzzo, mostra come lo Streptococcus Pneumoniae contribuisca ad un carico ospedaliero importante nonostante l’esistenza di uno strumento di prevenzione primaria di comprovata efficacia come la vaccinazione. Inoltre, mette in evidenza come l’analisi dei flussi sanitari correnti rappresenti un valido approccio all’analisi epidemiologica per la valutazione dell’impatto diretto della malattia pneumococcica sui servizi sanitari e dell’impatto indiretto, valutando l’efficacia delle strategie vaccinali e generando indicatori di confronto utili per la governance delle stesse.
Lo studio è stato eseguito sotto la supervisione del Direttore Valterio Fortunato e con la collaborazione dei medici della Direzione Medica Ospedaliera di Pescara (Fabrizio Cedrone, Livio Del Duca, Federica Carfagnini), gli specializzandi di igiene in tirocinio (Vincenzo Montagna, Laura Camplone, Riccardo Mazzocca) e dottor Giuseppe Di Martino in qualità di ricercatore della Università Gabriele d’Annunzio.
Lo studio dimostra che Lo Streptococcus Pneumoniae è un patogeno in grado di contribuire al carico ospedaliero in termini sia di ricoveri che di mortalità intraospedaliera nonostante l’esistenza di strumenti efficaci di prevenzione primaria come i vaccini. Inoltre, dimostra come le Schede di Dimissione Opedaliera rappresentino un valido e utile strumento epidemiologico in grado di valutare sia l’impatto diretto della malattia pneumococcica sulla popolazione sia, indirettamente, l’efficacia delle strategie di vaccinazione.