Donne sole e malate raggirate per 1,2 milioni: indagato anche un uomo di Cepagatti
Cepagatti. C’è anche un 46enne di Cepagatti tra i 3 arrestati dalla Finanza di Varese nell’ambito di un’indagine su un raggiro ai danni donne anziane sole e malate che hanno visto i propri risparmi, per un totale di 1,2 milioni di euro, completamente prosciugati.
I reati ipotizzati nell’ordinanza cautelare emessa dal tribunale di Busto Arsizio sono incentrati attorno alla circonvenzione di persone incapaci per impossessarsi di ingenti somme di denaro e di immobili abusando della fragilità psicologica ed emotiva delle vittime nonché del loro stato di salute.
L’indagine è scaturita da un’operazione antiriciclaggio avviata dalla Guardia di Finanza, dalla quale si è risaliti a una donna con problemi psichici, rimasta vittima di condotte manipolatorie da parte di diversi malfattori, che l’avrebbero indotta a cedere l’interno patrimonio finanziario, riducendola in completa indigenza.
Tramite accertamenti bancari e intercettazioni telefoniche, i finanzieri hanno individuato le vittime del sodalizio criminale, composto dal 46enne di Cepagatti e da un 53enne e un 34enne del varesotto: le vittime, infatti, venivano selezionate in ragione delle ingenti disponibilità finanziarie ed immobiliari possedute, oltre che per i problemi di salute e psicologici, con la particolare mira nei confronti di donne nubili e rimaste senza parenti prossimi.
Nel corso delle investigazioni sarebbe emerso che una vittima era stata indotta a dismettere l’ingente patrimonio ricevuto in eredità dai propri facoltosi genitori, del valore di 450 mila euro, finendo poi costretta a vivere in una casa popolare e con i pochi soldi della pensione di invalidità, sottratta in parte anche questa da uno degli indagati.
Dalle intercettazioni, infine, è emerso il caso di una donna in condizioni di salute terminali: uno degli indagati, di professione infermiere, si vantava con i sodali per l’impegno spasmodico profuso per evitarne il decesso con degli interventi farmacologici d’urgenza da lui praticati d’iniziativa all’anziana in assenza del medico, consistenti in iniezioni direttamente in vena di potenti farmaci bronco-dilatatori per tenere in vita l’anziana donna, madre di una delle vittime in vista di sottrarle l’eredità.