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Lavori anti erosione a Pineto: il terzo lotto preoccupa balneatori ed albergatori

Che chiedono maggiore dialogo

Pineto. Due giorni fa il consigliere dell’AMP Torre del Cerrano Mimmo Ruggiero ha reso noto il giudizio di esclusione della Valutazione di Incidenza ambientale per le opere di difesa della costa relative al 3° lotto a Nord della Foce del Torrente Calvano a Pineto.

La notizia ha creato dubbi e preoccupazioni tra i Balneatori Associati Pineto e Nuova Associazione Pinetese Albergatori che intervengono sull’argomento chiedendo “più chiarezza, maggiore dialogo ed una più ampia condivisione degli obiettivi”.

 

“Difatti, al fine di contrastare l’erosione in corso nel tratto di costa a nord di Pineto, nel 2021 il Consiglio della Regione Abruzzo aveva approvato il “Piano di difesa della Costa” che prevedeva due interventi (così detti 1° e 2° lotto) per la realizzazione di una platea sommersa di lunghezza pari a circa 500 m posizionata ad una distanza di circa 300 metri dalla costa fino a circa 700 metri a nord del Torrente Calvano, con il fine di preservare la zona affetta da erosione ed al tempo stesso evitare gli effetti negativi sottoflutto nelle spiagge con presenza di altri stabilimenti balneari, alberghieri e spiagge libere. Le attività prevedevano anche un monitoraggio al fine di valutare eventuali correzioni dell’opera proprio al fine di contrastare al meglio l’erosione in corso”.

“Ad agosto 2023, invece, con Delibera di Giunta Regionale e nonostante le opere relative al 1° e 2° lotto non fossero ancora iniziate, si è dato avvio alla modifica dello scenario di intervento prevedendo un ulteriore lotto di barriere (così detto 3° lotto) composto da altri 6 setti di scogliere, questa volta emerse e non sommerse, posizionate ad una distanza da riva di 100 m fino a circa 200 metri a nord del Torrente Calvano. Gli effetti sottoflutto di questo 3° lotto sono evidenziati a pagina 62 dello Studio Preliminare Ambientale e stimano un arretramento della linea di riva pari a 18 metri ed un ripascimento nell’area di rispetto del Torrente Calvano, al fine di contrastarne gli effetti erosivi programmato per almeno tre anni successivi all’eventuale completamento delle opere, accompagnato da un monitoraggio batimetrico almeno semestrale. Il costo del ripascimento è stimato in 660290,00 € annui. Lo studio conclude che “L’impatto, determinato dalle scogliere foranee, a carico della morfologia della spiaggia sottoflutto appartenente al litorale Sud, in funzione delle considerazioni sopra effettuate si ritiene di ALTA SIGNIFICATIVITA’ e richiede quindi misure di mitigazione con ripascimenti programmati e conseguenti ad un adeguato piano di monitoraggio.”

Non siamo contrari a priori ad interventi programmati per difendere il nostro litorale – specificano le associazioni – ma chiediamo che gli stessi vengano condivisi con tutti i portatori di interesse e non solo con una parte di essi, soprattutto quando prevedono effetti così impattanti per il territorio. Nel tratto immediatamente a sud delle opere previste dal 3° lotto sono presenti 4 concessioni balneari di cui 3 alberghiere oltre ad un tratto di spiaggia libera, tantissime altre sono presenti a sud del Torrente Calvano dove abbiamo anche l’unica area marina protetta in Abruzzo. Sapere che potrebbero subire effetti così impattanti ci preoccupa, pertanto riteniamo necessaria una fase di studio attenta e condivisa”.

“La decisione di escludere dalla Valutazione di impatto ambientale e quindi approfondire gli studi per un intervento che prevede un effetto così importante è per noi sbagliata e potrebbe, con il tempo, risultare contraria alle esigenze del territorio”, concludono le associazioni.

WWF: “Rischio erosione e danni ambientali all’Area Marina Protetta”

 

“Questo terzo lotto si differenzia molto rispetto alle previsioni del primo e del secondo lotto inserite nel Piano di Difesa della Costa perché, invece di una barriera sommersa ad una distanza di 690 metri dal confine nord dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano (definita nel Piano la distanza minima per non compromettere la stabilità dell’AMP), prevede sei setti di scogliere emerse lunghe ciascuna 90 m, a 100 m dalla riva e poste a solo 200 m dal confine nord dell’AMP”, aggiunge la delegata WWF Abruzzo, Filomena Ricci.

“Di fondo si continua ad intervenire sugli effetti dell’erosione e mai sulle cause, spendendo centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici per interventi che non producono i risultati attesi”.

“Nel caso specifico ci si chiede come sia possibile modificare così radicalmente una previsione del Piano di Difesa della Costa – che prevede un iter per l’approvazione articolato e partecipato – per approvare delle opere che, per lo stesso Studio Preliminare Ambientale della Regione, avranno un impatto di alta significatività (definendo alta significatività “un’interferenza elevata, caratterizzata da lunga durata o da una scala spaziale estesa, non mitigata/mitigabile, in alcuni casi irreversibile”): si prevede infatti un arretramento della linea di riva di 18 m nel tratto a nord dell’AMP Torre di Cerrano che si cercherà di mitigare con ripascimenti da 700.000 euro ogni anno!”.

L’AMP Torre di Cerrano ha espresso un motivato parere negativo sul progetto che peraltro presentava una documentazione molto lacunosa che non offriva valutazioni esaustive neppure sugli impatti ricadenti nella Zona Speciale di Conservazione “Torre del Cerrano” della Rete Natura2000 tutelata dall’Unione Europea, dallo Stato italiano e dalla Regione Abruzzo. La mancanza di approfondimenti mette seriamente a rischio la linea di costa perché sicuramente la realizzazione di barriere produrrà effetti erosivi in altre parti del litorale. Non è un caso che anche le associazioni di categoria Balneatori Associati Pineto e Nuova Associazione Pinetese Albergatori siano intervenute sull’argomento chiedendo più chiarezza, maggiore dialogo e condivisione degli obiettivi”.

“La fretta in questi casi non porta mai nulla di buono e non trova alcuna giustificazione se non forse nella volontà di approvare comunque qualcosa prima delle prossime elezioni regionali”, conclude il WWF Abruzzo.

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