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I sindacati di polizia penitenziaria: “Il ministro Nordio rimuova Provveditore Veneziano”

Lettera delle organizzazioni sindacali per chiedere provvedimenti urgenti per carcere di Teramo

Sayonara Tortoreto

Le organizzazioni sindacali più rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria (SAPPE, SINAPPE, OSAPP, UILPA, USPP, CISL e CGIL) sollevano “serie preoccupazioni riguardo la gestione delle carceri abruzzesi e in particolar modo dell’istituto di pena di Teramo da parte del Provveditorato dellAmministrazione Penitenziaria Lazio Abruzzo e Molise Maurizio Veneziano e con la presente si chiede un intervento, ognuno per la propria parte”.

A scriverlo i sindacati in una nota inviata al governo e ai più alti esponenti delle autorità regionali e locali.

“Le condizioni attuali del carcere di Teramo, estremamente preoccupanti, sono state ampiamente rappresentate al Provveditore in parola. Il personale sta affrontando un elevato disagio lavorativo che ne mina la salute e la sicurezza, ormai messa a repentaglio dagli ultimi accadimenti e da una popolazione detenuta sempre più facinorosa, tenendo conto degli esigui numeri di operatori di polizia disponibili. È urgente e necessario che il Ministro Nordio e il Capo del DAP, Giovanni Russo, valutino e prendano in seria considerazione la rimozione del Provveditore Veneziano per la sua incompetenza gestionale. La conseguenza più recente del suo operato si è manifestata con la riorganizzazione dei circuiti dei detenuti, la quale si protrae dal mese di ottobre con continui rinvii dei trasferimenti, da ultimo quello odierno ordinato all’ultimo minuto, dopo che erano state approntate tutte le incombenze burocratiche con blocco dei colloqui detenuti e familiari, richiamo in servizio di personale dalle ferie e riposo e con ricorso al lavoro straordinario, generando veementi proteste da parte dei detenuti interessati dai trasferimenti, i quali giustamente sono disorientati e lesi nei loro diritti. Il tutto si ripercuote sul personale operante impegnato a mediare con i ristretti per evitare che la situazione degenerasse in rivolta”.

“Non possiamo aspettare altri eventi tragicomici per riconoscere il fallimento gestionale del Provveditore, che ribadiamo, per ben due volte negli ultimi venti giorni all’ultimo minuto ha sospeso il trasferimento in altre sedi di 67 detenuti del circuito alta sicurezza  e sollecitiamo il Ministro Nordio e il Capo Dap ad agire prima che la situazione peggiori”.

Inoltre, “il presente comunicato evidenzia come la gestione del Provveditore Veneziano non solo è discutibile dal punto di vista operativo, ma anche trattamentale: basti pensare alle molteplici richieste di trasferimento, debitamente motivate di gravi eventi accaduti presso il carcere teramano e mai autorizzati. Tale diniego non solo rende il lavoro degli uomini della polizia penitenziaria più difficile e gravoso ogni giorno che passa, ma ingenera ulteriormente una sorta di senso d’impunità nell’immaginario dei detenuti, nonostante gli autori dei disordini per i quali sono stati richiesti il trasferimento sono stati sanzionati dopo vari consigli di disciplina. Ci s’interroga inoltre se l’istituto di Teramo, con le sue professionalità, dimostrata anche nella circostanza dove nulla e accaduto nonostante il gravissimo episodio, e la sua struttura completa di moderne sale per videoconferenze informatiche, collegate con i tribunali di tutta Italia per i processi a distanza, non sia esso stesso il luogo più adatto ad accogliere i detenuti dell’Alta Sicurezza di altri istituti anziché spostarli in altre sedi, spostando, se del caso in altre sedi  una parte dei detenuti del circuito comuni, atteso l’inagibilità e l’inadeguatezza strutturali di altri penitenziari (dove dovrebbero essere collocati) che non pochi disagi hanno creato negli ultimi mesi. Si ricorda che l‘istituto teramano era stato progettato a suo tempo con finalità idonee atte ad accogliere proprio una popolazione detenuta di quella tipologia (alta sicurezza), per questo e tanti altri motivi si rimanda a chi di dovere l’opportuna valutazione di merito”.

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