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Teatro, il Tar: “Comune di Teramo ha dato ok a rinnovo concessione sapendo del progetto”

Il tribunale condanna al risarcimento di quasi 700mila euro al titolare di "Sotto Sopra"

Sayonara Tortoreto

“La decisione del Comune di Teramo di revocare il proprio precedente assenso al rinnovo della concessione, risulta illegittima in quanto non si basa, come affermato dal Comune, su fatti sopravvenuti al proprio assenso al rinnovo della concessione espresso in data 12 luglio 2022 ma su fatti già conosciuti in quel momento, ossia l’esistenza di un progetto già finanziato di ristrutturazione dell’intero Teatro comunale incompatibile con la presenza all’interno di locali commerciali”.

Questo uno dei passaggi chiave della sentenza della Sezione Prima del Tar Abruzzo, presieduta dal giudice Germana Panzironi.

Nel rigettare ricorso introduttivo e primo ricorso inclusi negli atti trasmessi dai legali della Vero srl, società titolare dell’attività “Sotto Sopra” che deve lasciare i locali su richiesta del Comune per realizzare il nuovo teatro con fondi PNRR, il Tar ha invece accolto la richiesta di risarcimento (arrivata complessivamente a circa 8 milioni di euro) per l’importo di 685.850,47 euro perché “alla stessa vanno risarciti i danni derivanti dai pagamenti effettuati in esecuzione dell’accordo transattivo col Comune di Teramo e dall’apporto di somme in finanza esterna in qualità di assuntore del concordato”.

Il vulnus, per il Tar, sta nel fatto che il Comune “era già a conoscenza del progetto di ristrutturazione del Cineteatro comunale finanziato con fondi statali due mesi prima dell’assenso alla proroga e al rinnovo della concessione ma ha taciuto a parte ricorrente tale circostanza che, per le modalità progettuali della ristrutturazione, rendevano incompatibile la permanenza dell’attività commerciale della ricorrente nei locali del Cineteatro comunale”.

Secondo gli atti in mano al Tar e sotoolineato anche dalla Vero srl, il Comune di Teramo avrebbe accettato il finanziamento pubblico per la ristrutturazione del teatro il 16 maggio 2022 per un importo di quasi dieci milioni di euro. Il 12 luglio 2022, poi, sarebbe arrivato l’assenso al rinnovo della concessione degli spazi per la società, assenso ritirato il 29 dicembre 2023 per i lavori da eseguire e che doveva decorrere dal primo gennaio 2024 per sei anni.

Nel disporre il risarcimento del danno, il Tar ha annullato anche la determina del 29 dicembre del Comune che ha intenzione di fare ricorso al Consiglio di Stato.

LAURA ANGELONI, FUTURO IN “Il grave passo falso di questa amministrazione, dal momento che era ben consapevole del ricorso e della possibilità di perdere, è quello di non aver saputo o voluto interloquire con il proprio interlocutore privato (anche per lo smantellamento dell’Avvocatura comunale?) con il nefasto risultato di aver chiuso il Comunale ed averlo reso nel frattempo inutilizzabile senza la certezza di poter avviare i lavori del nuovo teatro. I nostri amministratori non hanno saputo o voluto relazionarsi con gli altri Enti pubblici per individuare una struttura alternativa e questo ci ha di fatto privati dell’unico spazio teatrale della città”. A dirlo la consigliera comunale Laura Angeloni, di Futuro In.

“L’effetto di questo atteggiamento superficiale e arrogante ricade purtroppo in maniera pesante sugli operatori culturali del territorio che sono stati ignorati e lasciati allo sbando dall’amministrazione D’Alberto. Le associazioni e i professionisti sono stati costretti a trovare da soli una soluzione alla carenza del loro spazio privilegiato, perché dagli amministratori sono arrivate solo proposte inappropriate, che sfiorano il ridicolo e sono lesive della dignità di chi opera nel campo della cultura e dello spettacolo. Mi riferisco per esempio alle scuole di danza, di ballo e di teatro presenti sul nostro territorio che hanno chiesto uno spazio adeguato per i saggi di fine anno e si sono sentiti proporre l’utilizzo a pagamento di Piazza Martiri. Facile vero? Naturalmente, questa vergognosa soluzione non è stata accettata e così i saggi di fine anno saranno svolti fuori da Teramo, in altre città che saranno capaci di ospitarci in teatri degni di questo nome.  E come non parlare della Stagione di Prosa, per la quale si spera vivamente che si possa trovare una soluzione alla situazione di incertezza che ad oggi ancora si registra. La vicenda del ricorso, la chiusura forzata del Teatro comunale e l’incapacità di trovare una struttura alternativa sono la conferma della mancanza di programmazione e l’incapacità di gestione di questa maggioranza, che si permette arrogantemente di isolarsi e di dare lezioni di preparazione e competenza agli altri, collezionando fallimenti sempre più gravi ai danni della città”.

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