Teramo. Otto misure cautelari in carcere e varie perqusizioni in 4 istituti penitenziari. I reati contestati sono spaccio di sostanze stupafacenti e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di persone detenute.
E’ questo l’epilogo di un’attività d’indagine da parte della squadra mobile di Teramo sotto la direzione della procura. Le perquisizioni hanno riguardato le carceri di Teramo, Pescara, Viterbo e Rebibbia.
L’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Teramo e condotta dalla Squadra Mobile ha evidenziato un sistema di spaccio al dettaglio di cocaina e hashish all’interno della Casa Circondariale di Teramo, che sarebbe stato posto in essere principalmente da appartenenti ad un nucleo familiare di origini albanesi, il cui uomo di riferimento era detenuto per altra causa, con l’eventuale compartecipazione di altri soggetti, che avrebbero dato vita ad attività di spaccio all’interno del penitenziario teramano.
In pratica, alcuni componenti di una famiglia avrebbero organizzato, con l’ausilio di altri soggetti, l’ingresso in carcere dello stupefacente. E questo su richiesta della persona detenuta che attrverso dei complici avrebbe poi porovveduto a smerciarlo in carcere.
Il soggetto avrebbe comunicato dal carcere con l’esterno mediante uno smartphone, fattogli pervenire dalla sorella. Lo stesso smartphone sarebbe stato utilizzato da altri detenuti per comunicare con l’esterno.
La sostanza stupefacente sarebbe stata fatta entrare mediante detenuti, che approfittando di permessi, l’avrebbero celata all’interno del proprio corpo, inghiottendo gli ovuli o nascondendoli all’interno dell’orifizio anale. Altro metodo utilizzato sarebbe stato quello di celare la sostanza stupefacente all’interno di pacchi, inviati ai detenuti da persone compiacenti.
L’attività di indagine ha consentito di ricostruire anche il sistema di pagamento dello stupefacente, che sarebbe avvenuto mediante ricariche poste pay effettuate da familiari dei detenuti in favore di carte nella disponibilità di eventuali complici.
In un’occasione, a fine agosto 2023, nella Casa Circondariale di Teramo, il personale della Polizia Penitenziaria procedeva al controllo di un detenuto che nella circostanza riusciva ad eludere gli accertamenti e a disfarsi di complessivi 55 grammi di hashish. Recuperati poco dopo, l’analisi del DNA presente sugli ovuli avrebbe consentito di attribuirne l’ingresso in carcere al detenuto.