Domande e curiosità: gli studenti intervistano la docente Mariella Quaglia

Sant’Omero. Gli studenti della scuola secondaria di primo grado “Sandro Pertini” hanno intervistato Mariella Quaglia, docente di lettere, nell’ambito del progetto P.O.N “Fuori la notizia”.
Tante le domande e le curiosità che gli studenti, con il lavoro di preparazione delle due diverse redazioni, hanno posto alla loro insegnante.
L’intervista
Abbiamo notato il suo modo colorato di vestirsi, da cosa nasce questo stile? E’ cambiato negli anni? Come? E’ legato al suo umore?
“Perchè non cresco mai”, sottolinea Mariella Quaglia. “Sono una eterna “Peter Pan” e negli anni è cambiata in meglio, diventando sempre più adolescente e mi vesto come vorrei stare, senza basarmi sul mio umore”.
Ha mai subito atti di bullismo?
“Sì, per il braccio e l’acne, ma sono andata avanti pur se da sola non è stato facile”.
Le è mai capitato di essere descritta per quella che non è? Queste etichette l’hanno condizionata nel corso della vita?
“Sì, ognuno con le parole può descrivere realtà che non esistono. Però mi chiedevo: io sono veramente così? E mi domandavo cosa c’era che non andava. Comunque questi giudizi non mi hanno mai condizionata”.
Ci ha raccontato del suo problema al braccio. Nel corso della sua vita, come ha condizionato la sua quotidianità?
“Mi sono adattata e ho scelto con il senso del limite: non potendo certo fare la pallavolista o altro”.
In adolescenza qual era il rapporto con il suo corpo? Ha mai sofferto di disturbi alimentari?
Non mi piacevo, perché ero in sovrappeso e anche con l’acne. Spesso facevo la bulla per difendermi perché ero brava a scuola. Disturbi alimentari non ne ho mai avuti, ma mangiavo tante cose non salutari, ragione per la quale verso i 18 anni ho deciso di andare da un nutrizionista.
Nel suo passato ha mai vissuto relazioni tossiche? Ora come è la sua situazione sentimentale?
“Stenderei un velo pietoso e andrei avanti. Ora va tutto bene”.
Da quello che ci ha raccontato, fare l’insegnante è stato sempre il suo sogno. Ha raggiunto i suoi obiettivi nella vita? Si sente realizzata?
“Professionalmente sì, quando faccio il mio lavoro io dico “vado a scuola” come se non avessi mai smesso, passando da studentessa a insegnante. Ripetevo sempre le lezioni della maestra con le bambole”.
Ha trovato la sua “Eudaimonia”?
“Nell’insegnamento il mio eudaimonia è la scuola. Spero possiate vedere quello che dice Aristotele: “la propria uscita del proprio demone”.
Ha mai pensato di cambiare lavoro?
No, mai
Ha qualche consiglio sul percorso d’esame che dovranno svolgere quest’anno i ragazzi?
“I consigli sono tanti, studiate e studiate così vi porterò al trionfo”.
Per lei cos’è la felicità? E come si è appassionata a questo concetto filosofico?
“Mi innamoro di tanti autori, come ad esempio Garimberti che ci insegna l’eudoimonia, catturando la nostra felicità”.