Il Natale è sempre un’occasione di incontro, ma anche di riflessione e di scambio.
Noi ragazzi del Centro ANFFAS di Martinsicuro quest’anno abbiamo riflettuto sul fatto che molti ragazzi che frequentano il Centro regolarmente sono originari, direttamente o indirettamente, di luoghi diversi, sia a livello nazionale che europeo, partendo dalle origini dei loro genitori.
Abbiamo così pensato di raccogliere delle testimonianze di come si festeggia il Natale in luoghi diversi, sia in Italia che all’Estero.
Nicole ad esempio, è una ragazza la cui madre è di origine slovacca, lei racconta che: “Il 24 dicembre, cominciamo la cena tagliando una mela, se al centro ci sarà la forma di una stella, saremo tutti sani nel nuovo anno. Poi sotto al piatto si mettono squame di pesce, come auspicio di ricchezza per la famiglia; si mangia una minestra con le lenticchie, insalata di patate e pesce impanato fritto; non ci si può alzare dalla tavola prima che la cena finisca, altrimenti in quell’anno la persona che si alza andrà via dalla famiglia. Dopo cena si aprono i regali di Natale”.
Edy, un ragazzo sordomuto che proviene dall’Albania, racconta attraverso la sorella: “In Albania il Natale si trascorre in famiglia, l’unione famigliare è molto importante e si condividono pranzi e cene insieme, scambiandosi doni. Si prepara un dolce chiamato “Bakllava” da mangiare durante il pranzo natalizio, fatto di zucchero o miele, frutta candita, noci e millefoglie.
A differenza dell’Italia in Albania è più sentita la festa di Capodanno che il Natale, si festeggia mangiando il tacchino e la bakllava, e ci si riunisce nella piazze principali delle città, per festeggiare ed ammirare i fuochi d’artificio”.
Alex è di origini rumene, questo il suo racconto: “La sera del 24 si va di casa in casa con gruppi di amici e si cantano e suonano canzoni tipiche natalizie, fino al mattino del giorno dopo. La stessa sera i ragazzi dagli 8 ai 15 anni circa, vanno con la Stella di Natale, alcuni si travestono da capra o da orso”.
Anche rispetto all’Italia abbiamo provenienze diverse, la famiglia di Flavio viene dalla Puglia e lui racconta: “Nel mio paese, Sant’Eramo in Colle, in Puglia, il Natale è molto bello. Nei giorni che precedono il Natale si mettono tanti addobbi per tutto il paese e un grande albero nella piazza principale, per le vie suonano gli zampognari. Tutte le famiglie fanno i loro piccolo o grande presepe, le vie del paese profumano di dolci alla cannella e ricotta; si preparano le “cartellate” e i “porcelletti” dolci tipici cotti al forno e imbevuti di vincotto, cannella e chiodi di garofano.
Le famiglie si riuniscono, soprattutto a casa dei nonni, per il pranzo natalizio, e poi giocano a carte o a tombola. Mi piace il Natale perché è un momento dell’anno in cui si mettono da parte incomprensioni, delusioni, rancori e aspettative inutili, per godere della compagnia degli affetti più cari”.
Mauro ha una mamma di origini sarde, e questo è il suo racconto: “Delle tradizioni natalizie della famiglia di mia madre, in Sardegna, mi racconta che quando era piccola il Natale si festeggiava solo con le funzioni religiose; si faceva il presepe con il muschio fresco e le statuine essenziali, l’albero è arrivato molto tempo dopo. A tavola si mangiavano gli “gnocchetti sardi”, il formaggio, olive, pane fresco che mia nonna faceva in casa nel forno a legna, un pezzo di maiale arrosto.
L’agnello lo mangiavano solo i pastori. Il regalo più bello che riceveva erano i mandarini!
Ora ci riuniamo a casa mia, mia madre prepara le lasagne, mia zia di solito cuoce l’agnello (che ce lo riportiamo quando andiamo in Sardegna dalla nonna) e tante altre cose; si gioca a carte, a tombola e stiamo in allegria!”
Anche la mamma di Abigail proviene da un’altra regione, la Sicilia:”Il Natale è una delle feste più attese in tutto il mondo, ma in Sicilia in modo particolare, nel paese di mia madre, a Francofonte.
Fin dall’otto di dicembre iniziano le preparazioni con l’albero e il presepe, le case cominciano a vestirsi dei colori del Natale e a partire dal pomeriggio rieccheggia per le vie del paese la musica delle “ninnarò” suonata dalla banda di Francofonte e le famiglie espongono il loro presepe all’esterno delle case; le “ninnarò” restano montate fino all’Epifania e sono realizzate per promesse fatte a Dio o per grazia ricevuta.
Tra i dolci tradizionali, a fianco degli immancabili panettoni e pandori, ci sono i gianduiotti, i famosi soldini di cioccolato, frutta secca, e il torrone fatto in casa.
Alla vigilia di Natale, per cena si prepara la classica “’mpanata” preparata con broccoli, “ancita” e spinaci, poi arricchita con salsicce, pomodoro secco, formaggio e patate; si preparano anche le pizze e le schiacciate, altre prelibatezze sono la salsiccia e la carne arrostita.
Si passa la serata a giocare a carte, L’asso pigliatutto, scopa, il sette e mezzo con il piattino, un gioco tipico e la “stuppa”.
La famiglia di Giacomo è di origini napoletane, il papà di Roberto è veneto. mentre la mamma è romana e così via; poi ci sono i ragazzi che raccontano le tipiche tradizioni abruzzesi, Piergiorgio dice: “La prima tradizione a casa mia inizia l’otto dicembre, facendo l’albero e il presepe, poi la settimana prima di Natale si comincia a preparare per i pranzo: il timballo, le olive ripiene, le “scrippelle per il brodo, ecc…Mi ricordo che quando era viva mia nonna faceva un dolce tipico, il “fristingo”…
Sabrina: “Il Natale lo festeggio con la mia famiglia (oltre ai miei genitori ci sono mio fratello, mia cognata e le nipotine), mangiamo antipasti, tortellini in brodo, cannelloni, olive, pollo arrosto, agnello e insalata, e vari dolci; passiamo poi il pomeriggio giocando a tombola”.
Ma potremmo raccontarne ancora tante… tutte all’insegna del cibo e del sano e semplice divertimento!
Abbiamo pensato di raccogliere un po’ le tradizioni natalizie diverse, per avere un bel ritratto di come la diversità non è un elemento di divisione, ma di arricchimento e di scambio.