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Storie reali di disabilità: il percorso di conoscenza e formazione delle famiglie

lOCATELLI

Il metodo di Mariano Loiacono. Ma anche un percorso tracciato diversi anni fa, con alcune famiglie di ragazzi che frequentano il centro, e che ha rappresentato un passaggio fondamentale.

 

Di conoscenza, per le famiglie, ma anche di auto-convinzione per gli stessi ragazzi. Dialogare e confrontarsi con le famiglie che animano il centro Anffas di Martinsicuro significa, talvolta, di fare luce e capire fino in fondo, anche per chi non si confronta con tali problematiche, quello che è stata l’evoluzione del corso degli anni. E capire, per le stesse famiglie, l’importanza per i ragazzi degli abbracci e delle dimostrazioni di affetto.

A volte sottovalutati dalle persone “normali”, ma tremendamente efficaci per favorire forme di socialità, anche all’interno degli stessi nuclei familiari. E di mettere in evidenza le abilità e le qualità dei ragazzi affetti dalla sindrome di down. Un percorso iniziato nel lontano 1997 (che poi generò a Martinsicuro un convegno quasi antesignano per quanto concerne questo tipo di problematiche) e che prevedeva un approccio globale.

 

E in questo aspetto si ricordano le “visite” a all’ospedale Bambino Gesù e al San Raffaele con quelli che erano luminari dell’epoca: il neurologo Giorgio Albertini, Nicola Cuomo (pedagogista), Gianni Biondi (psicologo). “E’ stato un percorso nuovo, innovativo e molto efficace”, raccontano ancora oggi le famiglie, ” nei quali si sono alternati incontri di gruppo, ma anche personali. E’ stato definito un approccio diverso, del bambino e del suo contesto. In pratica un’analisi non più solo medica, ma con una visione globale innovativa”.

 

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