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Tour de la Champagne seulement rosè: la rubrica

Dopo il recente “viaggio degustativo in bianco” nelle zone e sottozone della Champagne non potevamo non fare altrettanto “in rosa” ed eccoci riuniti nella “carboneria del vino” per il tour de la Champagne “seulement rosè” in unica tappa date le difficoltà di scovare versioni rosè interessanti delle nobili bollicine!

 

Dopo un mese di pre-assaggi, ne ho selezionati 5 che rappresentassero al meglio le 5 zone già esaminate nel tour in versione “bianca”. E la Cote des Blancs, vi chiederete? Lì c’è il 97% di uve a bacca bianca (chardonnay) e per produrre rosè occorre pinot noir o meunier! Ho trovato anche il rosè della Cote des Blancs con solo il 14% di pinot noir della stessa maison dello chardonnay che aveva fatto tremare le maison più blasonate nel precedente tour (vedi recensione cote des blanc).

Il Carole Haudot rosè extra brut ( a cui abbiamo dato la precedenza seguendo l’iter della percentuale di uva a bacca nera ivi presente) proviene dai Coteaux de Vitryats, sottozona annessa alla Cote des Blancs situata ad est della stessa quasi a lambire il confine con la Lorena. Come già detto, contiene solamente il 14% di pinot noir ma può contare su un grande chardonnay potente, agrumato, sapido, elegante figlio di una zona verde a matrice minerale con recente riconoscimento di HAUTE VALEUR ENVIRONNEMENTALE (alto valore ambientale)! Quel po di pinot noir (eccellente) lo ha arricchito di eleganti sfumature aromatiche di frutti rossi rendendolo di un bel rosa antico con riflessi ramati.

Sulla carta era l’anello debole ma, in realtà, ha stupito tutti e lo ritengo il vincitore morale, rappresentante di una zona in cui il rosè di qualità non dovrebbe neanche esistere! Voto dei degustatori (rigorosamente alla cieca) di 7,71 punti medi e costo di 55 euro per un prodotto attualmente non disponibile in Italia. Passiamo al secondo champagne scendendo in Cote des Bar esattamente nella sottozona solcata dalla Senna (Bar sur Seine) dove la maison Gremillet produce un rosè con il 20% di pinot noir in dosaggio classico (8-9 grammi) che rivela la sua “vinosità” al primo assaggio, frutto di una vendemmia tardiva e della tipicità della zona; purtroppo un alto residuo zuccherino e poca sapidità (il tutto condizionato dallo champagne precedente) lo hanno relegato a prodotto di facile beva. Costo di 44 euro e punteggio di 7,00.

Risaliamo verso nord-ovest nella Vallèe de l’Ardre (vedi tappa omonima) esattamente nella cittadina denominata “premier cru” di Ecueil ove Vincent Brochet produce “La Rosè” , un 80% di pinot noir (di cui il 50% in vendemmia 2017 e l’altro 50% vendemmia 2016-2015) molto potente ma anche ricco di sfumature aromatiche con un colore quasi rosso il tutto frutto di una terra di confine con la montaigne de Reims. Peccato per i 6 grammi di zuccheri residui, veramente peccato! Dosato a 0 o a 2 grammi, avrebbe vinto a mani basse! Prezzo di 55 euro e punteggio medio di 8,05 (comunque alto). Alziamo la percentuale di uva a bacca nera con il Frank Pascal Tolerance extra brut con cui si arriva al 96% (80% di meunier + 16% di pinot noir) frutto di due annate sequenziali assemblate (2009-2010) e vinificato in agricolture biodinamique con certificazione biodyvin; la zona rappresentata è la vallèe de la marne (sponda nord) dove il meunier trova valida espressione infatti si avverte una netta complessità vinosa con sfumature acquisite negli anni (è un degorgement 2019) che ne fanno uno champagne da meditazione. Purtroppo, abbiamo notato una netta perdita di freschezza ed acidità che ne ha condizionato la valutazione comunque ottima con un bell’8,05. Prezzo di 75 euro. Versiamo nei calici l’ultimo champagne rosè della serata andando nella zona più antica e blasonata colma di cittadine grand cru: la Montagne de Reims! Il colore somiglia ad un vecchio bourgogne ma con le bollicine(molto fini)!

L’Adrien Renoir Verzy grand cru 100% pinot noir “Les 2 Terroirs” è frutto di una vinificazione stile borgogna (avviene in botti da 228 litri) che dona una notevole complessità e longevità al vino a patto che si abbia un’eccellente materia prima; il dosaggio di soli 2 g./litro ha permesso al giovane vigneron Adrien di produrre una vera opera d’arte rendendo onore ai suoi 5 ettari di Verzy e Bouzy coltivati in biodinamica. Il prezzo di 80 euro è più che giusto come il punteggio di 8,24 che lo ha reso vincitore del primo tour de la Champagne “seulement rosè”.

Il giorno successivo, l’ho riassaggiato proseguendo con un bourgogne vino fermo (les champs perdrix di Ghislain Kohut) del villaggio più a nord della Cote de Nuits, Marsannay) e “l’aggancio gustativo” è stato quasi “commovente”! Provare per credere! Ultima nota della serata i vari colori dei 5 champagne, tutti diversi, espressioni dei terroirs, modi di vinificazione ed evoluzioni in bottiglia; un patrimonio di “diversità” che solo questa splendida regione può donare. Concludendo, lo champagne più votato è stato l’Adrien Renoir grand cru “Les 2 Terroirs” mentre il premio per il miglior tappo si sughero va a Vincent Brochet con il suo “La Rosè”.

Stefano Grilli – ENOTECA SARAULLO ANNO DOMINI 1966 – TORTORETO

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