Il modo di consumare vino dai “tempi dei tempi” ad oggi ha subìto molti cambiamenti; è stato un vero e proprio alimento per secoli quando un pezzo di pane ed un “boccale” di vino rosso permettevano di arrivare all’indomani, in seguito ha assunto simbologia sacra nei riti religiosi quindi bevanda di corte fino a diventare oggetto di piacere e di moda ai giorni nostri oltre che di business più o meno etico!
Insomma il vino fa parte della storia dell’uomo e per noi italiani è vera e propria cultura da tutelare e rispettare quindi è nostro dovere-piacere dare alla degustazione un’impronta più importante come se valutassimo un’opera d’arte cercando di carpirne tutte le sfumature per poi trasformarle in emozioni. Per far ciò ci vuole calma e la compagnia “giusta” che può essere rappresentata da persone ma anche un buon sottofondo musicale o un buon libro qualora siate da soli; se avete scelto voi il vino o comunque l’enotecario ve ne ha descritto la storia e le caratteristiche potrete ripensarci sù ed inevitabilmente la vostra mente si aggancerà a fatti storici e culture del luogo di provenienza del vino altrimenti un pò d’informazione preventiva aiuterà a comprendere meglio ciò che stiamo degustando.
Anche l’etimologia delle denominazioni dei vitigni è molto interessante, spesso legata a fatti storici importanti e lingue di antiche popolazioni; ad esempio il “pigato” ligure, è un idioma locale che significa chiazzato (gli acini sono proprio macchiati) oppure il famoso sagrantino di Montefalco, il cui etimo è sagrestia quindi vino sacro. La degustazione deve diventare un rito da condividere con altri, scambiandosi opinioni e pareri, o con se stessi effettuando una bella introspezione; vedrete che berrete meno e ne trarrete maggior beneficio per il palato e per l’anima.
Stefano Grilli – ENOTECA SARAULLO ANNO DOMINI 1966 – TORTORETO