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Il Pescara batte l’Ascoli nel derby e si tiene il primato

lOCATELLI

Ascoli (4-2-3-1) Livieri; Adjapong, Menna, Gagliolo, Cozzoli; Bertini, Varone, Tirelli; Marsura, Tremolada, Corazza. In panchina: Abati, Raffaelli, Maurisii, Silipo, Piermarini, Quaranta, D’Uffizi, Campagna, Akagna, Bando, Maiga, Gagliardi, Achik, Caccavo. Allenatore: Domenico Di Carlo

Pescara (4-3-3) Plizzari; Pierozzi, Brosco, Pellacani, Crialese; Valzania, Squizzato, Dagasso; Bentivegna, Cangiano, Vergani. In panchina: Saio, Profeta, Moruzzi, Staver, Mulè, Giannini, De Marco, Tunjov, Saccomanni, Meazzi, Merola, Ferraris, Tonin, Arena. Allenatore: Silvio Baldini

Reti: 19’ Vergani, 56’ Corazza, 57’ Bentivegna

Arbitro: Mattia Ubaldi

Espulso: Caccamo

Un derby pregno di significato ad Ascoli, dove il Pescara arriva per difendere il primato in classifica e Baldini incontra Di Carlo per la prima volta dopo il calcio rifilatogli in quel Parma-Catania di 16 anni fa. Senza Lonardi, è Bentivegna a comporre il tridente con Cangiano e Vergani.

Si parte subito con un macroscopico dubbio nelle decisioni dell’arbitro Ubaldi: Menna, al 3’, trascina per la maglia Vergani, in fuga, abbondantemente oltre la linea dell’area di rigore, viene fischiato fallo ma la punizione viene assegnata fuori. All’Ascoli va la prima occasione del match: al 10’, cross dalla sinistra di Marsura, Varone incorna in terzo tempo in area piccola ma Plizzari respinge reattivo. Il derby è, quindi, Vivace e i padroni di casa, al 13’, tornano pericolosi con una palla profonda di Tremolada per Marsura che taglia bene ma al tiro davanti a Plizzari arriva con un millimetro di ritardo. Il Pescara non sta a guardare, anzi, al 19’ agisce sulla mancina, Vergani sfonda in area, supera Gagliolo in tunnel e scaglia una sassata di destro che si insacca sul palo opposto per goal che sblocca la gara. Vergani che ci riprova al 23’, girandosi in un fazzoletto in area piccola, ma Livieri stavolta riesce a deviare sul fondo felinamente. Dal successivo corner, incornano prima Pellacani e poi Vergani ma la palla esce di un soffio. Sul rovescio di fronte, Termolada arriva al tiro ravvicinato ma la muraglia pescarese è fitta e rintuzza. I ritmi non calano fino alla fine della prima frazione: è il 44’ quando Varone accorre in spaccata sul traversone basso di Tirelli, che brucia la difesa ospite, il tiro è potente ma la traiettoria imprecisa.

E nella ripresa non scendono i bpm: al 50’ Vergani affronta ancora Livieri ma stavolta il portiere marchigiano si oppone con il corpo in uscita. I bianconeri rischiano ma restano vivi e al 56’ Corazza rimette tutto in pari: Pierozzi non regge il contropiede e l’attaccante ascolano segna di puntina. La partita diventa fibrillante e un solo minuto dopo il Delfino torna in vantaggio: cross di Moruzzi dalla sinistra, difesa marchigiana lenta e lascia scorrere, dall’altro lato arriva Bentivegna e la devia in rete. Il numero di occasioni continua a crescere da ambo le parti in un vero scontro a viso aperto. Al 70’ Vergani, ancora agguerrito, fa fischiare un missile accanto al palo alla destra di Liveri. Dieci minuti dopo, dall’altra parte, è Corazza a impegnare di testa Plizzari. Ancora un minuto è tocca a Merola, portato in contropiede da Valzania, ma manda alto un rigore in movimento. Spreca ancora di più, all’85, D’Uffizi, sparando altissimo l’invito galante di Marsura che lo trova completamente solo sul quadrante destro dell’area del Pescara. Saltano definitivamente i nervi all’89, in pieno stile derby: prima viene espulso il vice di Baldini dalla panchina e poi Caccamo che, appena entrato, rifila un calcione a un avversario a palla lontana e viene espulso. La superiorità numerica rende ancor più semplice al Pescara gestire i 5 minuti di recupero e al triplice fischio il derby è del Delfino.

La squadra di Baldini resta in vetta e convince sempre di più: tanto fa breccia nel cuore dei tifosi la vittoria sui “cugini”, ma ancor più affascinante è stata la prontezza della risposta dopo il pareggio ascolano. Tratti di una squadra che sembra imbattibile e rimane effettivamente imbattuta dopo 8 giornate.

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