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Teramo

Acquifero Gran Sasso: commissariamento senza commissario

Dal 15 agosto la struttura è senza commissario

Teramo. Dal 15 agosto la struttura commissariale per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso è senza commissario! Sono infatti scaduti anche i 45 giorni di prorogatio per le attività ordinarie previsti dopo la scadenza del mandato di Corrado Gisonni senza che dal Governo arrivasse né la conferma di Gisonni, né una nuova nomina.

 

È paradossale che con una dichiarazione di emergenza che giustifica la nomina di un commissario straordinario si facciano scadere dei termini che peraltro sono noti a tutti da tempo.

Cosa può essere successo per giustificare una simile situazione che provoca o il blocco delle iniziative da parte della struttura commissariale o il rischio che eventuali atti adottati siano ritenuti illegittimi?

Le notizie che sono circolate in queste settimane davano per certa la conferma di Gisonni, ma allora perché si è arrivati a questo punto?

Come Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso non siamo mai entrati nelle discussioni sui nomi per il ruolo di Commissario, ma sarebbe francamente strano se oggi si decidesse di nominare una persona diversa perché chiunque fosse il prescelto necessiterebbe di tempo per comprendere la situazione e per diventare operativo.

E il tempo, invece, è proprio quello che manca!

Sono passati più di due decenni da quando le associazioni ambientaliste (dapprima del tutto inascoltate) denunciarono la pericolosità di avere un laboratorio di fisica nucleare e due gallerie autostradali a contatto con l’acquifero che rifornisce di acqua più di metà degli abruzzesi. E sono passati oltre 6 anni (maggio 2017) dall’ultimo incidente che determinò il divieto di consumare acqua in gran parte della provincia di Teramo.

In questi ultimi 6 anni si sono dovuti fare nuovi studi e analisi per comprendere la complessità di quello che viene definito “sistema Gran Sasso” che in precedenza non era stato sufficientemente indagato. Ancora non è stata fatta la gara per il progetto di messa in sicurezza dell’acquifero e ancora non si sono trovati i circa 50/60 milioni di euro che si dice manchino per il costo complessivo dell’opera. Nel frattempo il processo avviato al Tribunale di Teramo sull’incidente del 2017 procede con una lentezza esasperante tra rinvii e sostituzioni di giudici, così come è lentissima la rimozione delle sostanze pericolose dai Laboratori, nonostante ne fosse previsto il completamento entro il 31 dicembre 2020.

In questa situazione una classe politica seria dovrebbe cercare di accelerare i tempi e non ritardarli…

 

L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è promosso da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia – GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra.

 

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