Alba Adriatica. Sembra essere una classica situazione da scaricarile quella che, in questo frangente, ruota attorno alla presenza, ad Alba Adriatica, di almeno due migranti, senza fissa dimora e assegnati ad un Cas di Roseto, alle prese con un malessere di ordine psichiatrico e che sono potenzialmente pericolosi. E i fatti raccontati di recente, lo testimoniano.
Da situazioni di ordine pubblico a questioni anche di fastidio costante per i clienti di alcune attività che si trovano a dover gestire una situazione non semplice.
Chi deve intervenire? A livello istituzionale, e questo è il ragionamento comune, tutti sanno ma nessuno sembra intervenire e gli episodi sono quasi all’ordine del giorno.
Il caso era stato anche segnalato in consiglio comunale, lo scorso 29 settembre, dalla consigliera di minoranza Laura D’Ambrosio. Ma sono trascorsi sette mesi e la situazione non è stata ancora definita. Anzi, la situazione è sempre più complicata da gestire e i lamenti degli operatori commerciali sono un refrain.
“E’ La classica situazione dello scarica barile e del menefreghismo istituzionale che alla fine indirizza ogni malessere sui cittadini e sugli imprenditori che quotidianamente, pur non avendo nè competenza nè strumenti, devono gestire il malessere psichiatrico di persone potenzialmente pericolose per se stesse e per gli altri”, il duro commento di Valerio Di Mattia, di Fiepet Confesercenti. E sotto questo aspetto sarebbero tante le “assenze”: dal centro di accoglienza di migranti, dai servizi sociali di Roseto, che dovrebbero avere in carico due soggetti.
Ma ci si attende un’azione risolutiva anche da parte dal Comune di Alba Adriatica, che subisce tale situazione.
E sotto questo aspetto si attendono soluzioni al problema: che non possono certo essere solo trattamenti sanitari obbligatori, peraltro già applicati in casi estremi, o fogli di via per persone che sono alle prese con problematiche di natura psichiatrica.