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Teramo

Asl Teramo in acque agitate? La replica: assunti 18 medici per 118 e pronto soccorso

Teramo. La sanità teramana in acque agitate, sostiene l’Ugl Salute. Di agitato, allo stato dei fatti, è il sindacato che a poche ore dall’apertura dei seggi per l’elezione della Rsu ritiene di fare un attacco alla Asl fondato su una serie di inesattezze che, nel complesso, danno un’immagine falsata di quella che è la qualità dell’assistenza sanitaria nel Teramano.

 

Capiamo la necessità di raggranellare voti, ma fornire verità distorte che allarmano la popolazione non giova a nessuno, minando la fiducia nell’azienda sanitaria che, lo ricordiamo, si basa sull’impegno e sul fattivo contributo di tutti coloro che ci lavorano. “Svilire la qualità e il livello delle prestazioni significa svilire il lavoro di tutti gli operatori della Asl di Teramo. E questo non lo consento”, dichiara il direttore generale Maurizio Di Giosia.

E veniamo al personale medico e non medico di Pronto soccorso e 118. E’ stucchevole dover continuare a ricordare a un sindacato che dovrebbe esserne al corrente, che si tratta di un problema nazionale. Citiamo dati Simeu (Società italiana medicina emergenza-urgenza): i medici a tempo indeterminato nei pronto soccorso italiani sono 5.800 mentre in base alle piante organiche ne servirebbero 8.300. I precari sono circa 1.500, quindi mancano all’appello più di mille medici. “Se l’Ugl salute è in grado di risolvere quello che è un problema nazionale, e che ovviamente ha ripercussioni a livello locale, indichi la via a noi e al ministero della Salute.

La Asl di Teramo, intanto, non è certamente rimasta con le mani in mano. Per il 118 è stato espletato un concorso: dei 17 medici in graduatoria ne sono stati assunti 9 e altri 5 saranno assunti fra fine anno e inizio 2026 perché hanno dato la propria disponibilità per quel periodo, uno ha rifiutato ed è in corso l’assunzione di due specializzandi, siamo in attesa del via libera dell’Università. Per il pronto soccorso la graduatoria del concorso è di 13 medici: nel 2024 ne sono stati assunti 9, restano 4 specializzandi ma solo uno sarà disponibile all’assunzione, nel febbraio 2026. Per tentare tutte le strade, il 4 aprile scorso è stato pubblicato un bando aperto per incarichi professionali in pronto soccorso e 118, il cui compenso sarà di 50 euro l’ora. Per ora hanno aderito tre medici che presto saranno al lavoro”, precisa Di Giosia.

E, infine, un accenno a quella che sostiene l’Ugl Salute, è una mala gestione della sanità teramana, che rischierebbe seriamente di andare alla deriva. Il sindacato dovrebbe sapere che esistono degli indicatori basilari, uno di questi è il dato della produzione, che nel 2023 (sul 2022) è aumentata per un valore di 11 milioni di euro che nei fatti si traduce in 1.831 ricoveri in più quindi a 1.831 risposte a richieste di prestazioni sanitarie da parte della popolazione. Non solo: nel 2024 (sul 2023) la produzione è aumentata di ulteriori 7 milioni, che si traduce in 997 ricoveri in più. Tutto questo ha avuto effetti positivi anche sulla mobilità passiva, che ha arrestato la sua crescita, facendo segnare un calo per quella intra regionale.

“Tutto questo è stato possibile per due fattori: una profonda riorganizzazione del lavoro e il sostegno e la collaborazione encomiabili del personale, che torno a ringraziare. Personale che, a proposito, non si è ridotto. Il comparto è passato da 2.520 unità a 3.113 nel periodo 2019-24. I dirigenti medici da 562 del 2019 a 599 del 2024. Non ci sembra proprio una Asl immobile”, conclude il direttore generale.

 

La controreplica. Dopo mesi di reiterate richieste da parte della UGL Salute, sistematicamente ignorate, non possiamo che registrare con estremo stupore — e un pizzico di ironia — la straordinaria solerzia con cui il Direttore Generale, evidentemente distolto dalle sue innumerevoli attività programmatorie, si attiva, dati alla mano, per “bacchettare” la nostra organizzazione. Il tutto, guarda caso, a poche ore dall’apertura dei seggi per l’elezione della RSU.

È bene puntualizzare che la gestione attuale della ASL di Teramo è caratterizzata da proclami altisonanti che poco hanno a che vedere con la reale erogazione dei servizi sanitari all’utenza — una criticità già messa in evidenza da diversi organi di stampa. Va però riconosciuto (e per una volta ci troviamo d’accordo con le parole del Direttore Generale) che l’erogazione dei servizi, come più volte abbiamo sottolineato, è merito esclusivo dell’abnegazione e della professionalità del personale tutto e lungi da noi voler svilire il contributo prezioso e quotidiano di chi, all’interno dell’Azienda, lavora con impegno e serietà.

Ma andiamo con ordine. Visto che il nostro Direttore ha sempre la risposta pronta, ci auguriamo che stavolta voglia rispondere anche a quei quesiti che, pur essendo stati sollevati più volte in passato, non hanno mai ricevuto una replica concreta.

In merito al personale medico e non medico operante nei Pronto Soccorso e nel servizio 118 — tematica più volte sollevata da questa Organizzazione Sindacale — dobbiamo purtroppo constatare che, ad oggi, tali servizi risultano ancora privi di una direzione UOC, a causa della cronica assenza di una reale programmazione passata.

Il risultato? Nell’attesa che si concluda la procedura concorsuale, la gestione del 118, Pronto soccorso di Teramo e Dipartimento DEA è stata concentrata in capo a un’unica figura professionale. Restando in tema con il periodo pasquale, potremmo definirla “una e trina”: un riferimento che ben rende l’idea della forzatura gestionale messa in campo.

Quanto al problema, ben noto e di portata nazionale, della carenza di medici, la ASL di Teramo si è detta “lungimirante”, annunciando pubblicamente l’assunzione di 18 nuovi professionisti e altre a lungo termine e nel frattempo? Peccato che, in realtà, si sia trattato semplicemente della trasformazione contrattuale — tramite apposita procedura — di una parte di medici già presenti in organico 118 come convenzionati, che sono passati al regime di dipendenza. In sostanza, una partita di giro, che ci ricorda tanto il celebre “gioco delle tre carte”.

Nel frattempo, si annunciano nuovi incarichi in libera professione per colmare le gravi carenze di organico medico del 118, ma il Direttore Generale continua a tacere su un altro aspetto: l’incarico fantasma a partita IVA, attivato a maggio 2024, del quale non se ne conosce la reale utilità e costo consolidato e su cui non è mai arrivata una risposta chiara, nonostante la nostra richiesta a mezzo stampa.

Per quanto riguarda il personale non medico, non possiamo che esprimere una certa “soddisfazione” per la premura con cui la dirigenza aziendale si è attivata per garantire la presenza degli infermieri, in particolare nel servizio 118 — che, ricordiamo, ad oggi risulta sottodimensionato di ben 8 unità in Centrale e 24 sul territorio — e nei Pronto Soccorso periferici, anch’essi in difficoltà per la cronica carenza di personale rispecchiando l’andamento aziendale.

In merito, poi, ai dati recentemente forniti sull’aumento del personale del comparto nell’ultimo quinquennio, riteniamo doveroso sottolineare che a questi numeri andrebbe affiancata un’analisi più puntuale: non solo sui profili professionali effettivamente reperiti, ma soprattutto sulla loro concreta allocazione nei diversi servizi. Altrimenti, rischiamo di trovarci ancora una volta davanti a una rappresentazione parziale — e fin troppo ottimistica — della realtà operativa quotidiana.

Crediamo sia giunto il momento di esporre realmente la situazione dei fatti, che questa sigla sindacale ha sempre portato alla luce con serietà e coerenza. Specialmente quando la direzione aziendale tende a raccontare favole… sempre dal punto di vista di Cappuccetto Rosso, e mai da quello del lupo anche quando si parla di “profonda riorganizzazione” messa in campo, che si traduce in una continua riduzione delle unità operative mediche e, cosa ancora più grave, nel declassamento del Controllo di Gestione: l’unica struttura realmente strategica per orientare le scelte aziendali e garantire un uso razionale delle risorse.

Noi non siamo in cerca di voti. Chi ci conosce sa bene che la UGL Salute è — e continuerà ad essere — il sindacato dei lavoratori, non allineato al sistema. Ed è proprio per questo che concludiamo con una domanda diretta al Direttore Generale:
perché, dopo un anno di immobilismo, si è improvvisamente deciso di avviare la procedura di conciliazione sui buoni pasto — peraltro con un riconoscimento al ribasso concordato con i sindacati rappresentativi— (come più volte da lei rimarcato, la UGL non lo è) proprio alla vigilia delle elezioni RSU?
E, parallelamente, perché si continua a non dare seguito alle procedure per i differenziali economici del personale? Però la produzione è aumentata? la mobilità passiva extra regionale?

“Forse perché quanto già esposto dalla UGL Salute — con coraggio e responsabilità, frutto di un’analisi sindacale e non inteso a ledere la reputazione personale di alcuno — corrisponde alla verità? E forse perché questa verità, nella sua chiarezza, avrebbe potuto danneggiare chi, oggi, sembra essere più interessato a mantenere l’allineamento con la direzione che a difendere gli interessi dei lavoratori e della popolazione?”

 

 

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