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Teramo

Atri al voto, associazione Alleanza Civica: “Pronti a ridare serenità ad una comunità desiderosa di cambiare pagina”

Sayonara Tortoreto

Atri. L’Associazione Alleanza Civica ripercorre, in una lunga nota affidata alla stampa, la vicenda delle elezioni comunali che si sono svolte nella città ducale lo scorso 14 e 15 maggio 2023, poi annullate dal Consiglio di Stato.

“Si sono contrapposte due liste: Noi con voi per Atri, con candidato Sindaco il prof. Piergiorgio Ferretti peraltro uscente, che prevaleva, ottenendo 3099 voti, sull’altra capeggiata dal dott. Alfonso Prosperi denominata Alleanza Civica che conseguiva 3088, con una differenza di appena 11 voti. Questa condizione di sostanziale pareggio, il clima nel quale si erano svolte le operazioni di voto e di scrutinio e, soprattutto, le opacità emerse dalle risultanze dei verbali di molte sezioni, hanno spinto la Lista Alleanza Civica con il Candidato Sindaco “sconfitto” a presentare un ricorso al TAR al fine di conseguire l’annullamento delle elezioni a causa di alcune gravi irregolarità ed illegittimità tali da inficiarne l’esito”, ricorda l’associazione Alleanza Civica.

“Reazione feroce dell’ex Sindaco, conferenza stampa con l’angelo custode al suo fianco, successivamente dileguatosi, fuoco e fiamme contro il ricorrente, gridando al delitto di lesa maestà. Avanti al TAR il Prof. Ferretti, costituitosi personalmente e separatamente come controinteressato, ha contestato ovviamente il ricorso ma non ha mancato di sottolineare, non si sa bene con quale scopo recondito, di evidenziare le eventuali responsabilità, penale ed erariale, dei presidenti e dei componenti dei seggi ove fosse risultato provato quanto sostenuto dal ricorrente, mentre la difesa del Comune depositava in giudizio dichiarazioni rilasciate dopo le elezioni proprio dalle persone interessate e per le quali la difesa dell’allora Sindaco aveva paventato la eventuale responsabilità”.

È molto importante far sapere, in relazione alle circostanze oggetto di ricorso e, in particolare, a quella, ormai arcinota, del possesso da parte di una elettrice di due schede nella sezione n. 7, che, nel difendersi in primo grado, è proprio il prof. Ferretti a parlare per la prima volta e lui solo di cosiddette “schede ballerine” e vien da dire scusa non richiesta accusa manifesta”.

“Come è noto, il TAR ha respinto il ricorso con sentenza del 29.9.2023. Ne è seguita la solita conferenza stampa del prof. Ferretti (con l’angelo custode) con toni sprezzanti, evocando la responsabilità per danni nei confronti del ricorrente – reo di avere esercitato un suo diritto, peraltro, nell’interesse generale – e trasformando in povere vittime (madri e padri di famiglia) coloro che – a suo dire e senza fondamento – prima sarebbero stati passibili di responsabilità, addossando la colpa al suo avversario. È altrettanto noto che quella sentenza è stata impugnata davanti al Consiglio di Stato che, con sentenza n. 721/2024, nell’accogliere il ricorso, ha annullato le operazioni elettorali del Comune di Atri disponendo, peraltro, la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Teramo per quanto di competenza. La sentenza in questione è scrupolosa, articolata, dotta e puntuale su tutti gli aspetti denunciati dai ricorrenti, esaminati e considerati nel loro insieme, al contrario di quanto aveva fatto il Tar che li aveva valutati separatamente in modo non corretto, pervenendo così a opposto verdetto”.

E ancora: “Fondamentale, illuminante ed inequivoco il passaggio che di seguito si trascrive “(…) In ogni caso, valutando nel loro complesso gli errori e le omissioni compiute nelle verbalizzazioni delle varie sezioni unitamente all’episodio verificatosi nella Sezione n. 7, relativo al possesso di due schede elettorali, e non isolando ogni singolo aspetto, come ha erroneamente fatto il giudice di primo grado, sussistono gli elementi per ravvisare un concreto sospetto di utilizzo della “scheda ballerina”, non essendo possibile verificare ex post che tutte le schede autenticate siano state conteggiate ed essendo una elettrice in possesso di due schede. Pertanto, le circostanze di fatto verificatesi e le omissioni e gli errori nella verbalizzazione conducono a ritenere sussitente un quadro delle operazioni elettorali del comune di Atri idoneo a rendere i voti espressi non liberi né segreti, in violazione dell’art. 48 della Costituzione e la competizione elettorale non trasparente e non rispondente alla effettiva volontà del corpo elettorale. Ne deriva un vulnus insanabile alla regolarità complessiva delle operazioni elettorali effettuate nel comune di Atri, per cui si può anche prescindere dalla prova di resistenza, considerato il minimo scarto di voti tra le due liste (pari a 11) e non potendovi essere certezza sul numero di schede illecitamente utilizzate (…)“. A seguire, le interviste solitarie del prof. Ferretti piene di bile, di invettive e di gravi e gratuite quanto fumose accuse degne di valutazioni più appropriate. Questo significativo stralcio – che non è il proclama di un facinoroso ma un atto giurisdizionale, con tanto di doviziosa motivazione, dell’organo Supremo della Giustizia Amministrativa – fa strame degli isterismi, questa volta senza angelo custode, del prof. Ferretti, non più Sindaco ed ormai abbandonato dai suoi che tacciono eloquentemente. Gli atriani sanno benissimo che questo è avvenuto non per un colpo di mano, come vorrebbe far credere il soccombente Ferretti, ma per un provvedimento di un organo dello Stato italiano previsto in Costituzione che, all’art. 48, così dispone “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto”.

Una sentenza frutto della giusta determinazione di uomini e donne liberi e consapevoli dei propri diritti e delle proprie prerogative di cittadini e non di sudditi, per nulla irretiti dai continui richiami alle azioni risarcitorie e penali usati per creare un clima irrespirabile da guerra civile che non ci spaventa ma che, semmai, ci sprona ed incoraggia a ridare serenità ad una comunità sconcertata e desiderosa di cambiare pagina una volta per tutte. Questo faremo con determinazione e convinzione e il soccombente se ne farà una ragione. Adesso basta”.

 

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