Biodigestore Teramo, “A Mosciano già un impianto, dov’è il vantaggio per il cittadino?” VIDEO
L'associazione "Ambiente & Sicurezza Città di Teramo" ha inviato due ricorsi al Tar

“Assurdi e ridicoli”, come il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, ha definito i ricorsi contro il biodigestore che dovrebbe sorgere in zona Carapollo.
Dichiarazioni che hanno scatenato la reazione dell’associazione socio-culturale “Ambiente & Sicurezza Città di Teramo”, composta da circa 55 cittadini che non sono contrari alla realizzazione del biodigestore della Teramo Ambiente ma sulla location dove lo stesso sorgerà. Da qui due ricorsi (che nei desiderata del Comune saranno riuniti): il primo al Tar Lazio contro il provvedimento del Comitato Via, per cui non sarebbe necessaria una valutazione d’impatto ambientale; il secondo invece al Tar Abruzzo, con sede L’Aquila, contro la delibera comunale che ha delimitato l’area di Villa Pavone, rendendola di fatto idonea per l’impianto.
Ricorsi che, per stessa ammissione dell’avvocato e presidente dell’associazione, Antonella D’Angelo Gallo, hanno il solo fine di indurre l’amministrazione a valutare un’area diversa.
Anche perché, a pochi km dal possibile biodigestore anaerobico, ce n’è già un altro della Ctip Blu srl, in zona Mosciano stazione, ditta privata con cui il Comune di Teramo, da indiscrezioni, avrebbe tentato tempo addietro invano un accordo per l’utilizzo dell’impianto. Poi è arrivato il finanziamento Pnrr da 28 milioni di euro intercettato dall’amministrazione e la decisione di realizzare il biodigestore a Carapollo.