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Teramo

Campli, mancata approvazione del rendinconto: minoranza chiede intervento del prefetto

lOCATELLI

Campli. Il Comune di Campli non ha approvato il rendiconto della gestione dell’anno 2022 entro il termine fissato dalla legge, ovvero il 30 aprile.

Questo aspetto anima la presa di posizione da parte del gruppo di minoranza, Ricostruiamo Campli.
Il rendiconto della gestione rappresenta il documento contabile più importante per gli enti pubblici, in quanto ne fornisce una fotografia della situazione finanziaria al termine di un determinato esercizio finanziario. La sua redazione è obbligatoria per tutti gli enti pubblici, compresi i Comuni, ed è disciplinata dalla normativa nazionale e regionale.

Il rendiconto annuale deve essere redatto entro il termine del 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento, come previsto dal Codice degli Enti Locali.

Nonostante la convocazione di una seduta del consiglio comunale per il 28 aprile 2023, l’amministrazione Agostinelli non è riuscita ad approvare il documento contabile.

La maggioranza è arrivata all’ultimo giorno utile per approvare il rendiconto con il parere del revisore dei conti fornito poche ore prima. Tuttavia, la relazione dell’organo di revisione deve essere depositata non oltre 4/5 giorni prima della seduta di consiglio comunale che discuterà il rendiconto. Inoltre, la relazione dell’organo di revisione al rendiconto deve essere pubblicata nell’albo pretorio del Comune e resa disponibile al pubblico, come previsto dall’art. 31 Dlgs 33/2013.

Poiché non vi sono proroghe del Governo sui termini per l’approvazione del rendiconto e la relazione del revisore non è ancora stata pubblicata nell’amministrazione trasparente, i consiglieri di minoranza chiedono l’intervento del Prefetto.

La mancata approvazione del rendiconto potrebbe comportare sanzioni e penalizzazioni da parte delle autorità competenti, come l’aggravamento degli interessi passivi sui debiti o la perdita di finanziamenti e contributi. Inoltre, il mancato rispetto delle scadenze potrebbe causare un rallentamento nella gestione delle spese e delle attività del Comune, compromettendo il regolare svolgimento dei servizi pubblici offerti ai cittadini.

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