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Teramo

Carenza idrica, prelievi abusivi di acqua: scattano due maxi-sanzioni

Teramo. Il considerevole e prolungato aumento delle temperature e nonché la scarsità delle precipitazioni durante il periodo estivo, unitamente all’irresponsabile sfruttamento da parte dell’uomo delle risorse idriche, rendono necessario tutelare tutte le riserve idropotabili quali bene primario indispensabile per la vita nel globo terrestre.

Proprio per questo motivo, durante questa stagione estiva, anche alla luce delle diverse ordinanze sindacali emanate per il risparmio e la limitazione dei consumi idrici, il Gruppo Carabinieri Forestale di Teramo ha fatto scattare una serie di controlli finalizzati alla tutela delle risorse idriche in provincia di Teramo, nel tentativo di prevenire e contrastare i prelievi abusivi e/o impropri di acque pubbliche profonde e superficiali utilizzate per svariati scopi, contribuendo così ad assicurare efficaci misure di risparmio idrico.

Militari dei dipendenti Nuclei Carabinieri Forestale hanno già effettuato, in tale contesto ed in diversi Comuni della Provincia, 13 controlli su varie captazioni per utilizzo idrico accertando in 2 casi prelievi abusivi delle acque profonde e di superficie in assenza dei necessari titoli autorizzativi e dei dispositivi di misurazione delle portate e comminando, di conseguenza, sanzioni amministrative per importi che vanno da un minimo di € 9.500,00 ad un massimo di € 56.000,00.

L’utilizzo delle risorse idriche mediante attingimento di acqua da fiumi e torrenti e ricerca di acqua sotterranea, è normativamente disciplinato e l’ammontare delle sanzioni per chi non osserva le disposizioni è considerevole. Per la Regione Abruzzo, in particolar modo per la Provincia di Teramo, le concessioni ed autorizzazioni alla derivazione di acqua pubblica è demandata agli uffici del Genio Civile di Teramo, che ha il compito di predisporre il rilascio di concessioni per le grandi e piccole derivazioni di acqua pubblica da fiumi, torrenti e falde acquifere sotterranee tramite pozzi.

Il prelievo non autorizzato di acqua, oltre a costituire un’attività illecita, pone in seria difficoltà non solo gli ecosistemi fluviali e di conseguenza la sopravvivenza degli organismi presenti nell’ecosistema, ma rappresenta anche un comportamento antisociale andando a minare la libertà di ognuno di noi di approvvigionarsi in maniera sostenibile di un bene primario.

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