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Teramo

CasaPound, Mussolini e la risposta dell’Anpi di Giulianova

Sayonara Tortoreto

La Sezione ANPI di Giulianova, come già detto in occasione dell’evento di presentazione del libro di Enzo Fimiani su Matteotti lo scorso 7 settembre, appoggia con convinzione l’operato del Consigliere Di Massimantonio perché rappresenta un gesto di grande consapevolezza di come l’ignoranza del passato conduce inevitabilmente a ripeterlo. La strada che si intravede negli scenari politici di oggi, sia a livello nazionale che locale, purtroppo, è proprio quella.

 

L’ignoranza è alla base delle assurde posizioni di quanti ritengono la richiesta della revoca della cittadinanza al duce del fascismo anacronistica, inutile, demagogica, ideologica. L’ignoranza è alla base della richiesta della riqualificazione degli immobili del ventennio fascista in quanto tali: i cittadini giuliesi vogliono la riqualificazione di tutti gli immobili storici e architettonici perché hanno cultura e vogliono una città bella, vivibile e antifascista. L’ignoranza è alla base delle affermazioni secondo cui i giuliesi non vorrebbero eventi di carattere “ideologico” come se l’ideologia dell’antifascismo della pace della democrazia costituzionale fosse riprovevole: essa è parte integrante del costituzionalismo contemporaneo nato dalla Resistenza partigiana. Non sanno i fascisti di casa Pound, infatti, che a Giulianova ogni anno, nella ricorrenza del Primo Maggio, i giuliesi in corteo depongono fiori rossi sulla storica lapide “Ai caduti vittime della guerra borghese” che fu posta sulla prima colonna del portico De Bartolomei nel maggio del 1921, difesa strenuamente dai cittadini giuliesi contro i fascisti di allora che la volevano togliere.

La richiesta della revoca della cittadinanza al capo del fascismo rappresenta solo l’ultima iniziativa antifascista a Giulianova. Parleremo ancora delle attuali prospettive reazionarie già da sabato prossimo 21 settembre in Sala Buozzi in occasione della conferenza dibattito, organizzata dall’ANPI insieme all’Associazione DEMOS, sul cosiddetto “premierato” che altro non rappresenta se non una squallida riproposizione del regime del “capo”: proprio quello a cui Giulianova ha revocata la cittadinanza affinché nessuno dubiti dell’ “ideologia” antifascista dei giuliesi.

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