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Teramo

Centro di accoglienza a Villa Pavone a Teramo, “Cittadini preoccupati”

Luca Corona (FdI) denuncia lo stato di confusione dei cittadini

“La creazione di un ‘centro di accoglienza per chi non ha dimora’, seguendo le parole dell’assessora Ilaria De Sanctis, nella ex scuola di Villa Pavone, creano sentimenti di preoccupazione e sgomento tra i residenti anche in funzione di un linguaggio confuso e di un progetto avviato (e in fase di approdo) non condiviso con la comunità”.

A dirlo Luca Corona, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale.

“Questa decisione, nata e maturata escludendo qualsiasi forma di interlocuzione e partecipazione cittadina, ha un risvolto sociale e identitario poco rispettoso. Evidentemente l’amministrazione comunale non sa cosa rappresenta questo edificio per la comunità di Villa Pavone che da anni attende la ristrutturazione e la riqualificazione del luogo, per poter creare una struttura che possa ospitare il comitato di quartiere e divenire punto di aggregazione a servizio di tutta la cittadinanza. Sarebbe un errore gravissimo destinare la struttura a dormitorio e centro di accoglienza sottraendo ai residenti l’unico luogo in cui poter fisicamente creare occasioni di identità collettiva e attività sociali“.

E ancora: “In qualità di consigliere comunale di opposizione non critico l’idea di creare una stazione di posta per persone povere o in difficoltà, ma la destinazione scelta. Si evince, inoltre, un iter ben diverso da quello seguito per la avvenuta riqualificazione della scuola Carlo Febbo a San Nicolò. In questa occasione i residenti furono coinvolti immediatamente nel processo decisionale e, in seconda battuta, venne avviato il progetto. Ora, per la scuola in Via Europa, i cittadini verranno coinvolti al termine del processo decisionale, a cose fatte. In termini morali siamo ben lontani dalla politica sana e partecipativa, in termini pratici i cittadini si sentono abbandonati ed esclusi e costretti ad accettare decisioni imposte dall’alto. Dal 2016 mi batto in consiglio comunale per avviare i lavori di riqualificazione e ricordo benissimo le promesse dell’allora assessore Giovanni Cavallari sulla certa restituzione dell’edificio al quartiere. Arriviamo ad oggi e l’amministrazione presenta un progetto completamente diverso dalle promesse ormai disattese. Ho avviato una raccolta firme affinché i cittadini possano manifestare la loro contrarietà alla destinazione d’uso come presentata dall’assessora De Sanctis. Ho richiesto, inoltre, l’accesso agli atti per una attenta valutazione”.

Corona propone “di ripensare a questo progetto così come creato e di restituire ai cittadini l’unica sede esistente e fruibile per la comunità intera, nel rispetto delle promesse e delle aspettative. La stazione di posta potrà essere creata in edifici alternativi. Basti pensare a tutti quelli presenti, ad esempio, in contrada Casalena. Auspico, inoltre, che l’amministrazione organizzi un incontro aperto a tutti come tavolo di confronto prima dell’approvazione in giunta del progetto e non dopo”.

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