Atri. Il Comitato “Voci di Territorio” per l’ambiente, la salute e il lavoro, in sintonia con le altre associazioni ambientaliste, esprime forte preoccupazione riguardo la sentenza del TAR che obbliga la Regione Abruzzo a decidere, entro 30 giorni dalla pubblicazione della sentenza, sul rilascio o diniego di autorizzazione all’impianto di co-incenerimento di NDT Energy.
Una questione che riaccende i timori su salute e ambiente. La sentenza obbliga la Regione a una risposta rapida,
ma apre scenari preoccupanti: il Ministero dell’Ambiente ha classificato l’impianto come co- inceneritore, rendendo probabile l’autorizzazione.
Questo, però, non cambia la realtà delle emissioni: fumi e ceneri sono equivalenti a quelli di un inceneritore, con potenziali ricadute su salute e ambiente in un distretto già compromesso. L’eventuale autorizzazione avrebbe
ripercussioni sull’intera provincia di Teramo e sulla Regione Abruzzo, creando un pericoloso precedente. Il “caso Atri” potrebbe essere imitato da altri poli industriali, trasformando il territorio in una rete di camini industriali. Una decisione tecnica favorevole equivarrebbe a farsi carico di una responsabilità politica deleteria sulle future condizioni ambientali, di salute e di lavoro nei diversi distretti regionali.