Comunità educante e patto educativo inclusivo: nuove sfide per l’IC Nereto Sant’Omero
In collaborazione con i sindaci dei Comuni di Nereto, Sant'Omero e Torano Nuovo
La costruzione della comunità educante e la nascita del patto educativo inclusivo sono le due nuove sfide educative in cui l’IC Nereto Sant’Omero si cimenterà nel prossimo triennio, con i sindaci dei Comuni di Nereto, Sant’Omero e Torano Nuovo, rispettivamente Daniele Laurenzi, Andrea Luzii, Anna Ciammariconi.
A tal proposito, domani 2 ottobre, è previsto un tavolo di concertazione alla presenza delle figure di sistema dell’Istituto e del Prof. Augusto Di Stanislao che curerà la parte scientifica del progetto, coadiuvato da un team di lavoro con la guida del dirigente scolastico Dott.ssa Laura D’Ambrosio.
Il progetto CEI (Comunità Educante Inclusiva) mira a costruire un ambiente scolastico che coinvolga non solo gli insegnanti e gli studenti, ma anche le famiglie, le istituzioni locali e tutte le realtà associative, culturali, religiose del territorio.
“All’interno delle classi è aumentato il numero dei ragazzi in situazione di disagio affettivo-relazionale, di deficit cognitivo e con difficoltà di apprendimento, oltre ai numerosi alunni con disabilità e all’ingresso di ragazzi extracomunitari”, spiega la dirigente Laura D’Ambrosio.
“Occorre mettere in atto strategie di intervento sul gruppo che consentano a ciascun alunno di sentirsi accolto, valorizzato, di sperimentare la cooperazione e la condivisione, di creare all’interno della scuola un modello di comunità aperto, che scardini taluni meccanismi sociali presenti basati su modelli di prevaricazione e\o di esclusione.”
Prima sfida: Creazione della Comunità Educante
La comunità educante rappresenta l’insieme delle persone e delle realtà sociali che si impegnano a promuovere il benessere e la crescita di bambini e ragazzi. Questo concetto nasce dall’idea che l’educazione non è solo responsabilità della scuola, ma di tutta la società.
La comunità educante include dunque:
• Scuola: insegnanti, dirigenti scolastici, personale amministrativo;
• Famiglia: i genitori sono partner attivi nel percorso di crescita educativa dei propri figli;
• Territorio: associazioni, enti locali, servizi sociali, imprese, biblioteche, musei e altre istituzioni che, in vario modo, contribuiscono alla formazione dei giovani;
• Studente: il bambino o ragazzo non è un soggetto passivo, ma attivo nella propria formazione.
Per creare una comunità educante, è importante favorire il dialogo e la collaborazione tra queste diverse parti. Alcuni passi fondamentali includono:
• Ascolto e partecipazione: dare voce a tutti i membri della comunità (studenti, genitori, insegnanti, ecc.) e favorire il coinvolgimento attivo nei processi decisionali.
• Sviluppo di reti territoriali: coinvolgere le istituzioni del territorio in progetti condivisi per il bene della comunità scolastica.
• Formazione continua: investire nella formazione degli insegnanti e di tutte le persone coinvolte nel processo educativo.
Seconda Sfida: Creazione del Patto per la Comunità Educante
Il patto educativo è un accordo tra tutti i soggetti della comunità educante che stabilisce impegni e responsabilità reciproche per garantire un ambiente educativo positivo e inclusivo.
Un patto educativo inclusivo mira a valorizzare la diversità e a eliminare ogni forma di esclusione. In particolare, si concentra su:
• Integrazione e inclusione: garantire che tutti gli studenti, indipendentemente da condizioni personali, sociali o fisiche, abbiano le stesse opportunità di apprendimento e di partecipazione.
• Collaborazione tra scuola e famiglia: creare una sinergia tra il contesto scolastico e quello familiare, favorendo il dialogo e la collaborazione continua.
• Supporto a studenti con bisogni educativi speciali: identificare e soddisfare le esigenze degli alunni con disabilità o altre difficoltà attraverso strategie mirate (ad esempio, piani educativi individualizzati).
• Valorizzazione delle differenze culturali e linguistiche: promuovere il rispetto e l’integrazione degli studenti provenienti da culture diverse, offrendo un’educazione interculturale.
Per costruire un patto educativo inclusivo, si possono seguire questi passi:
• Definire obiettivi comuni: tutti i membri della comunità educante devono concordare su obiettivi chiari e condivisi, che promuovano l’inclusività.
• Pianificare interventi personalizzati: ogni studente ha bisogni diversi, e il patto deve prevedere strategie flessibili e personalizzate.
• Monitorare e valutare: implementare strumenti di valutazione per verificare il raggiungimento degli obiettivi e l’efficacia delle azioni intraprese.
Nel corso delle tre giornate di formazione dei primi giorni di settembre con i docenti e con i ragazzi delle scuole secondarie, con il “Patto per la Comunità Educante” si è arrivati ad un’intesa su questi obiettivi:
• Valorizzare le risorse disponibili sul territorio, mettendo in comune progettualità e competenze;
• Favorire la promozione della cultura in tutte le sue espressioni (lettura, musica, teatro, cinema, fotografia, introduzione della terza lingua comunitaria,..)
• Promuovere e favorire il protagonismo dei giovani;
• Promuovere lo sport e sani stili di vita (di prossima attivazione a curvatura sportiva del curricolo);
• Contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa, promuovendo azioni inclusive;
• Prevenire e contrastare ogni forma di bullismo e di cyberbullismo, ri-educando all’uso dei media;
• Sostenere percorsi alla genitorialità positiva;
• Garantire che bambine e bambini ed adolescenti siano tutelati e protetti da maltrattamenti e abusi.
“Un sistema di questo tipo richiede un forte impegno da parte di tutte le componenti sociali, ma può trasformare l’educazione in uno strumento di coesione sociale e di sviluppo inclusivo. La scuola quale fulcro e faro di questo territorio metterà in campo le sue buone prassi e azioni virtuose per la crescita e l’educazione delle nuove generazioni”, si legge in una nota della scuola.