Teramo. Nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, il 27 gennaio 2025 si è svolta nella corte interna della Biblioteca Regionale “Melchiorre Delfico” di Teramo la solenne cerimonia di consegna delle Medaglie d’onore di bronzo alla memoria degli internati militari italiani deportati durante la Seconda guerra mondiale, organizzata dalla Prefettura di Teramo.
Il Comune di Controguerra intende esprimere la sua gratitudine al concittadino Florindo Quaglia, che ha ricevuto alla memoria la prestigiosa onorificenza, risarcimento morale per i lunghi mesi di prigionia e lavoro coatto scontati durante il conflitto. La medaglia, concessa con decreto del Presidente della Repubblica, è stata ritirata dalle mani del Prefetto di Teramo, Fabrizio Stelo, e alla presenza del sindaco di Tortoreto, Domenico Piccioni, dal nipote Cristiano Quaglia, residente nella cittadina costiera vibratiana. Presente anche la nipote di Florindo, Mariella Quaglia.
Per il Comune di Controguerra, paese d’origine del decorato, è intervenuta una delegazione composta dal sindaco, Franco Carletta, e dai consiglieri Cristina Macci e Matteo Di Natale, che ha curato le ricerche storiche per la concessione dell’onorificenza.
Florindo Quaglia, infatti, nacque il 26 marzo 1912 a Controguerra. Svolse il servizio militare nel 1933-1934 nel 9° Reggimento Bersaglieri. Il 30 marzo 1939 fu richiamato alle armi per istruzioni e collocato nel 2° Reggimento Bersaglieri. La ferma venne prolungata e il 6 aprile 1939 partì col Corpo di Spedizione militare per l’Albania. Il 10 ottobre 1939 venne ricollocato in congedo illimitato. Fu richiamato alle armi nuovamente, il 4 marzo 1941, e riassegnato al 2° Reggimento Bersaglieri. Nel mese di aprile fu rimandato a Valona, in Albania. Il 9 settembre 1943, dopo la tragica comunicazione dell’armistizio dell’Italia, venne catturato dai tedeschi e fu tradotto in Germania. Venne internato nel Campo di Friburgo, Lager IX C (Bad Sulza, Germania centrale), e costretto al lavoro coatto per l’industria bellica del Reich. Rifiutò la libertà condizionata all’arruolamento nell’esercito tedesco o in quello della costituta Repubblica di Salò, preferendo rimanere in prigionia a lavorare e a sopportare dure privazioni e vessazioni. Venne liberato il 30 giugno 1945.
Con Florindo Quaglia, grazie alle ricerche dello storico e giornalista Walter De Berardinis, sono stati decorati alla memoria anche Camerino Barcaroli, Giuseppe Ciccarelli Raffaele Cordoni, Antonio Di Bonaventura, Francesco Di Croce, Cesare Pavone e Gildo Tassoni. A tutti loro e a tutti gli internati va la nostra riconoscenza.