Prati di Tivo, “Non siamo contro soluzione Cope ma serve cautela”
Il commento del gruppo "La Forza del territorio" dopo le decisioni di ieri in consiglio provinciale
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La Forza del Territorio, nel consiglio provinciale di ieri, ha tenuto a ribadire “quanto sia importante per la comunità teramana dare una risposta e soluzione definitiva alla questione degli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva”.
“Il turismo montano e l’indotto che ne deriva, infatti, sono una risorsa che dipende dalle scelte operate dagli attori sociali in campo. E proprio per i grandi interessi in gioco, non escluso da ultimo quello della sicurezza dei tanti appassionati che, comunque, visitano le nostre montagne, nonostante la precarietà della situazione strutturale, il gruppo scrivente ha preferito scegliere una soluzione di politica di cautela, nonché di rispetto di tutti gli organi istituzionali oggi investiti della vicenda. A nostro modo di vedere, difatti, la questione del sequestro giudiziario sub iuduce, con prossima udienza a marzo, induce tutti a rispettare l’iter ed i tempi dei procedimenti e delle leggi, peraltro con un’attesa neanche così tanto lunga”.
“Quindi, da questa parte, nessuna posizione di chiusura aprioristica nei confronti del CO.PE, quale ente partecipato dalla Provincia di Teramo, scelto e suggerito dalla maggioranza di governo nella funzione di nuovo custode giudiziario. Tuttavia, ad oggi, soggetto del tutto estraneo alla vicenda. Del resto non si può sottacere una serie di circostanze: manutenzioni e posizionamento degli o’bellx anti valanga sotto tutt’ora compiti disattesi dalla nostra Provincia, ragione per cui gli impianti non possono possono essere fruiti né d’inverno né d’estate. Come, del resto, senza dover assumere le difese di nessuno, la più volte iniziata trattativa con il privato non ha mai avuto una conclusione. Del resto anche il giudicante ha più volte auspicato una benevola definizione della vicenda. Pertanto il tanto sperato ed atteso rilancio delle nostre montagne passa, ne siamo certi, anche attraverso il rispetto di tutti i passaggi che un procedimento incardinato comporta, fermo restando, come peraltro anche suggerito in più di un’occasione dal tribunale, che una soluzione di buon senso richiesto ad ogni parte interessata, potrebbe, in tempi ancora più brevi, ridare il giusto slancio al nostro patrimonio montano”.