Crollo Esselunga, tre indagati e sigilli ad azienda teramana
Nel febbraio 2024 morirono il montoriese Luigi Coclite ed altri quattro operai
![](https://www.cityrumorsabruzzo.it/wp-content/uploads/2024/02/coclite-e1708706413231-693x470.jpg)
Tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati per il crollo della trave nel cantiere Esselunga in via Mariti a Firenze che il 16 febbraio di un anno fa causò la morte di cinque operai.
Eseguito anche un provvedimento di sequestro negli stabilimenti di Atri, Piacenza e Caserta che riguarda l’azienda che costruì la trave.
La notizia arriva a un anno dal disastro nel cantiere di via Mariti: la mattina del 16 febbraio 2024 una trave lunga 20 metri collassò provocando la morte di Luigi Coclite, autotrasportatore 60enne arrivato al cantiere con un camion betoniera, residente a Collesalvetti (Livorno) e degli operai Taoufik Haidar, 43 anni, Mohamed El Ferhane, 24 anni, e Bouzekri Rahimi, 56 anni, tutti marocchini e di i Mohamed Toukabri, 54 anni, tunisino, che abitavano in provincia di Brescia e di Bergamo
Gli indagati sono il direttore dei lavori strutturali all’interno del cantiere, ingegnere Marco Passaleva e l’ingegnere Carlo Melchiorre e Alfondo D’Eugenio, il primo responsabile dell’ufficio calcolo e responsabile tecnico di produzione di Rdb.Ita spa, il secondo legale rappresentante sempre della Rdf.Ita spa.
I reati ipotizzati per tutti sono omicidio colposo e lesioni colpose, Melchiorre anche l’ipotesi di cui all’articolo 434, crollo o altro disastro, in concorso. Lo rende noto la stessa procura. Il procedimento è stato ascritto anche a carico della Rdb.Ita nei cui confronti è stato disposto il sequestro preventivo delle aziende ad Atri.
La procura sostiene in una nota che il crollo “sia ascrivibile a un errore di progettazione che ha interessato in modo particolare la trave TL309-2P relativa al secondo impalcato dell’edificio in costruzione”.
“Venivano calcolati in modo erroneo i carichi che la trave avrebbe dovuto sostenere e veniva inserito nel relativo progetto un quantitativo di ferro (armatura) non in grado di sostenere tali carichi”, si evidenzia nella nota.