Domenica la presentazione del primo libro di Elisabetta Di Biagio a Teramo
Si tratta di una raccolta di testi in vernacolo teramano dal titolo “Jurne recurdìvele”
Fresco di stampa, sarà presentato il 29 dicembre, alle ore 17, all’Auditorium di Santa Maria a Bitetto di Via Stazio, il primo libro pubblicato da Elisabetta Di Biagio, docente in pensione di Italiano e Latino nel Liceo Classico di Teramo, redattrice del mensile “La tenda”, rivista dell’Associazione culturale “Prospettiva Persona”.
Si tratta di una raccolta di testi in vernacolo teramano dal titolo “Jurne recurdìvele” (Giorni da ricordare, di Artemia Nova Editrice, dicembre 2024, Teramo, 104 pagg., 15 euro) arricchita da un saggio introduttivo sul lungo e faticoso percorso che ha portato dai volgari locali (derivati dal latino) alla lingua nazionale e, dopo un periodo di svalutazione dei dialetti locali, all’esigenza di conferire loro una qualche dignità letteraria.
“I primi componimenti della raccolta (ne sono 40 in totale) – afferma Elisabetta Di Biagio – risalgono agli anni ‘90, quelli precedenti sono andati perduti, non essendo conservati in digitale, e sono stati sempre gelosamente custoditi nel classico cassetto per pudore e perché ritenuti troppo attinenti alla sfera personale o al proprio mondo. Molti testi sono corredati da alcuni disegni”.
“L’interesse per il vernacolo, – come afferma la stessa autrice nella postfazione – ha la sua genesi nell’amore per le proprie origini, ma soprattutto nella curiosità per i fenomeni linguistici, le radici dei vocaboli, le etimologie, sviluppata nel percorso di formazione classica, confluita nella laurea in lettere classiche con tesi in glottologia. Tutto ciò è stato poi alimentato dallo studio di testi sul dialetto e di opere di poeti vernacolari abruzzesi come Dalla Porta, Cameli, Brigiotti, Sardella, letti e commentati nel Salotto culturale Prospettiva Persona”.
L’opera è dedicata ai giovani, destinatari delle fatiche della docente, “con l’invito a conoscere anche il dialetto delle loro radici accanto alla lingua nazionale e a quelle della comunicazione con il mondo”. E molte poesie hanno come argomento la scuola con i giovani, i colleghi e tutto il personale scolastico; altre le varie occasioni di festeggiamenti per pensionamenti o compleanni; altre i luoghi della memoria, come Porta Romana.
“Poesia d’occasione” la definisce infatti nella prefazione il prof. Serpentini, genere considerato minore dagli stessi poeti, ma che secondo lui ha “un esito felice nella scelta dell’autrice sia per la vena ironica con cui rappresenta situazioni e personaggi strappando spesso un sorriso o una partecipazione empatica, sia per la nota elegiaca di alcuni versi di rievocazione del passato”. La prefazione si conclude con un elogio del professore per la tecnica di versificazione e la trascrizione del dialetto, “efficace nel ruolo di mediazione culturale tra chi il dialetto lo scrive e chi lo legge”.