Ecosound e geofisica oceanica: Conservatorio di Teramo insieme a INGV
Gli studenti stanno esplorando la bioacustica per tradurre i segnali oceanici
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Il tema del cambiamento climatico sta acquisendo sempre più rilevanza nelle arti. Esse, infatti, stanno cercando di sviluppare linguaggi nuovi per affrontare una delle crisi globali più urgenti.
La musica, in particolare, si sta ripensando in una nuova concezione che le permetta di avere un ruolo non solo nell’ambito culturale ma anche nel progresso della salvaguardia ambientale e nella crescita economica. Ad accogliere questa sfida, il Dipartimento di Nuove Tecnologie del Conservatorio “G. Braga” di Teramo ha intrapreso una collaborazione con l’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), da anni capofila della Word Oceans Day, che, per l’edizione del 2025, sarà ospitata dalle imponenti volte delle sale di Castel Nuovo di Napoli, nelle giornate di 6 7 e 8 giugno.
La questione che ricercatori, docenti e studenti si sono posti è la seguente: se la sociologia ha trattato la trasformazione geo-ecologica come un cambiamento nella struttura della vita, parlando ad esempio di media report che da circa un decennio documentano catastrofi climatiche, allora anche le arti possono essere uno strumento di comunicazione potente per sensibilizzare sulla crisi planetaria.
La musica può trovare un ruolo fondamentale nella costruzione di un linguaggio che veicoli e traduca le risposte sociali ed ecologiche a questi eventi. Sebbene esistano già pratiche artistiche come la “climate art” o la “climate fiction”, la “climate music” è ancora una disciplina in fase di sviluppo. Il Dipartimento Nuove tecnologie, che già si è esibito al pubblico del Teatro Marrucino, per la rassegna Amami Teatro di dicembre 2024, con una performance di conduction diretta dal M° Pappalardo, ha ricevuto indicazioni chiare dalla ricercatrice Nadia Lo Bue dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, scienziata che dedica la sua professione agli oceani ed ai movimenti sismici: decodificare, come equipe musicale in occasione dell’evento a Napoli, i dati riportati da sismografi e idrofoni posti da più di due decenni nei fondali del Mar Ionio in frequenze che possano avvicinare un pubblico curioso di rinnovare il senso di bellezza e di meraviglia per l’armonia degli ecosistemi naturali.
Il Conservatorio di Teramo continua a rivelarsi sensibile a temi quali rigenerazione territoriale, sostenibilità ecologica e culturale e misurazione di impatto, come dimostra il primo corso di dottorato in Culture, pratiche e nuovi linguaggi della Musica e delle Arti performative in vigore da quest’anno e di cui una sotto sezione è proprio dedicata a Musica, Suono, Ambiente. Interazioni sonore urbane cross-culturali nella rigenerazione resiliente dello spazio e delle identità. In particolare, gli studenti di Nuove Tecnologie, accompagnati dal coordinatore del Dipartimento, M° Lelii, insieme ai colleghi M° Pappalardo e M° Corvino, stanno esplorando la bioacustica per tradurre in modo coinvolgente i segnali oceanici prendendo parte ad una nuova narrazione ambientale: quella partecipata, consapevole e coinvolgente.