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Teramo

Ercole Vincenzo Orsini: uno dei migliori figli dell’Abruzzo. L’intervento

lOCATELLI

Ercole Vincenzo Orsini è uno dei figli migliori della nostra terra e dell’Abruzzo intero. Ebanista, liutaio, è stato la mente politica della Resistenza teramana.

La sua vita fu improntata a tre grandi ideali.

“L’amore per la giustizia sociale che lo fece comunista, l’amore per il bello che lo fece artista, l’amore per la lotta e per la libertà che lo fece combattente e quindi eroe”.

La sua attività di antifascista non conobbe soste. Fu costellata da episodi che dimostrano la sua audacia, la sua intelligenza, la sua astuzia.
Ogni primo maggio riusciva ad apporre le bandiere rosse sui colli che circondano Teramo. Fu lui ad incendiare ,nonostante la spietata vigilanza, una “M” gigantesca in legno posta dai fascisti sul Colle Izzone, in occasione della promessa visita in città di Mussolini. I preparativi erano in fase avanzata ,Teramo era pavesata a festa quando arrivò in questura la notizia che erano spariti “misteriosamente” degli esplosivi dai cantieri della Terni. Il prefetto convocò il questore ed il Federale: decisero di telegrafare a Roma di non poter garantire l’incolumità del Duce. Si deve quindi a Orsini se Teramo non subì l’oltraggio della visita di Mussolini.

A Teramo e provincia lo spirito di rivolta durante il ventennio non si era mai spento. Gli antifascisti avevano subito le angherie del regime. Molti avevano conosciuto il carcere e il confino. Dopo l’otto settembre, Ercole Vincenzo Orsini, Mario Capuani, Adelchi Fiore Donati e tanti altri organizzarono la Resistenza che presto sfoció in lotta di popolo. Scelsero una zona impervia lontana da Teramo dove accorsero più di 1500 giovani.
Pensate! Bosco Martese rappresentó il primo scontro in campo aperto avvenuto in Italia tra i partigiani e i nazisti invasori. La battaglia fu cruenta e durò a lungo. I signori della guerra dovettero indietreggiare dopo aver lasciato sul campo più di 50 morti. Il loro comandante Hartman, il carnefice dei ragazzi dell’ avamposto partigiano del molino De Iacobis, fu catturato e giustiziato.

Sulle nostre montagne è stata scritta una delle pagine più belle della Resistenza italiana. Erano giovani di diverso orientamento politico, di diversa fede religiosa, di diverse nazionalità , tutti animati dallo stesso desiderio : la riconquista della democrazia e della libertà .
Dopo la battaglia di Bosco Martese, Orsini riparó a Montorio al Vomano per riannodare le fila della Resistenza. I repubblichini di Montorio avevano notato la sua presenza. Essi lo odiavano, lo temevano. Fu così che organizzarono la sua cattura. Arrivarono i militi del battaglione M da Teramo. Orsini sapeva di non poter cadere nelle mani dei suoi carnefici. Lui era da solo, loro erano più di 10.Eppure,combattè fino all’ultimo istante e cadde con le armi in pugno. Il suo cadavere fu caricato sul dorso di un asino per essere esposto al pubblico ludibrio. Così moriva Vincenzo Orsini ,un grande italiano che si immolava per la riconquista della democrazia e della libertà.

Antonio Franchi

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