Alba Adriatica. Il dibattito è molto attivo in queste ore. Sugli organi di informazione e sui social, ma non solo.
Il tema è quello legato all’erosione costiera, alle opere programmate dalla Regione e delle preoccupazioni che qualcuno evidenzia in queste ore.
Insomma uno scenario composito. A favorire ulteriori riflessioni sul tema è il geologo Luca Di Carlantonio, anche alla luce dell’osservazione presentata dal Comune di Alba Adriatica sulla procedura via (valutazione di impatto ambientale) dello studio di fattibilità delle scogliere emerse.
“Circa un anno fa un rappresentante di un’associazione di Alba Adriatica sud mi chiese di produrre le osservazioni al Piano di difesa Costa per l’erosione”, racconta Di Carlantonio, “decisi di non farle per ovvi motivi. Il primo per deontologia professionale, avendole fatte per il Comune di Martinsicuro e per l’associazione Villa Rosa sud; secondo motivo perché si chiedevano cose sconcertanti. Riguardo le nostre aree, le barriere parallele sono la soluzione ottimale purché siano utilizzate senza i pennelli. In aggiunta a queste, si possono inserire opere di ingegneria naturalistica.
Sconcertante ciò che si legge: c’è paura dei tomboli [il tombolo è un cordone di sabbia che si forma per accumulo di sedimenti]. Ma paura di cosa? La formazione di un tombolo dipende dal dimensionamento dell’opera parallela. Il tombolo potrebbe anche non formarsi mai o, in caso di formazione, avverrebbe dopo tanto tempo, anche anni. Pertanto, con le barriere parallele è garantito il trasporto longitudinale dei sedimenti.
C’è più preoccupazione per un tombolo anziché dei pennelli già esistenti a Villa Rosa. Queste opere hanno da sempre bloccato il trasporto longitudinale (creando beneficio a monte e distruzione a valle).
Ricordando che nei pressi della foce del torrente Vibrata c’è un’area protetta, la Regione Abruzzo non può esimersi dalla salvaguardia immediata di essa.
L’ingegneria naturalistica potrebbe coadiuvare l’effetto positivo delle barriere parallele. L’installazione di barriere frangivento e barriere basali in viminata sulla battigia può aiutare la salvaguardia anche delle spiagge albensi con imminente ricostituzione del tratto di costa e successivo allineamento ed avanzamento.
Tale progettazione può essere installata persino davanti gli stabilimenti balneari con rimozione delle opere prima della stagione turistica, con costi esigui.
Anzichè creare dune artificiali”, chiude il geologo, ” e quindi accelerare il processo erosivo, facciamo in modo di ricreare la duna naturale”.