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Teramo

Evaso a Castrogno: è caccia all’uomo. L’albanese nel 2010 era scappato dal carcere di Pisa

Sayonara Tortoreto

E’ caccia all’uomo in tutta la provincia di Teramo, ma non solo, con blocchi stradali e pattugliamenti. Si cerca Roland Dedja, 39 anni, albanese, che la scorsa notte è evaso dal carcere di Castrogno a Teramo.

E’ stata una fuga da manuale dell’albanese, che potrebbe aver ricevuto gli attrezzi necessari per uscire dal penitenziario con un drone. Il detenuto, in carcere per una questione legata allo spaccio di stupefacenti, è riuscito a calarsi di sotto e poi raggiungere l’esterno riuscendo ad eludere qualsiasi controllo. Anzi, qualcuno parla di falla nei controlli e l’allarme è scattato molte ore dopo.

Ad attendere Dedja, all’esterno del carcere di Castrogno, c’era sicuramente qualcuno.
E l’albanese non è nuovo a questo tipo di imprese. Nel 2010, insieme ad un complice, evaso dal carcere di Pisa, dove era detenuto per omicidio e tentato omidicio. Entrambi erano stati catturati da qualche mese.

“Nelle carceri si ripetono le scene dei più classici film di evasioni di detenuti. È accaduto a Teramo dove un detenuto albanese ha tagliato le sbarre della finestra della cella e proprio ripetendo il copione di un “Turco napoletano” di Totò si è calato con una corda. Lo spettacolo è diventato indecoroso”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale S.PP. per il quale “senza strumentazioni e mezzi adeguati di vigilanza e con organici sempre più ridotti la fuga dal carcere diventa semplice e diventa un modo spettacolare per sbeffeggiare lo Stato e le vittime dei criminali. Il sospetto è che l’uomo possa essere stato rifornito degli strumenti per evadere tramite un drone inoltre rafforza uno squilibrio palese tra mezzi tecnologici nella disponibilità della criminalità organizzata e l’inadeguatezza di quelli innpossesso del personale penitenziario. Come se non bastassero le aggressioni ad agenti e personale penitenziario avvenute nel giro di 48 ore a Catania, Campobasso e Taranto ad acuire un’emergenza che solo l’Amministrazione Penitenziaria, il Governo e il Parlamento non riescono ancora a vedere. Senza dimenticare la tragica vicenda del detenuto del carcere di Avellino che ha colpito all’occhio con un coltello un altro recluso, che si era intromesso durante l’aggressione a un agente”

È ancora: “Tutto ciò mentre il personale penitenziario mette a rischio quotidianamente la vita come avviene per il collega Carmine De Rosa che resta in coma farmacologico in un ospedale di Milano e i cittadini rischiano di imbattersi in un nuovo evaso. Sarebbe ora – conclude – che la politica battesse un colpo”.

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