Nereto. La Poliservice potrebbe trasformarsi in società totalmente pubblica. E’ un atto di indirizzo implicito quello formalizzato, prima di Natale, dai sindaci dell’Unione dei Comuni che, attraverso una specifica delibera, ha richiesto alla società multiservizi che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti, di procedere ad una valutazione delle quote societarie.
Attualmente la società per azioni è un organismo misto (all’interno ci sono quote pubbliche di proprietà dell’Unione dei Comuni della Val Vibrata, non tutti; e una quota privata del 26,8% di proprietà di Abruzzo Servizi).
E l’obiettivo, anche alla luce di quelle che sono le norme in materia, appare quello di poter trasformare la Poliservice in società totalmente pubblica. Per far questo, eventualmente, bisogna liquidare il socio privato e dunque l’atto propedeutico appare quello di far valutare le quote societarie e poi eventualmente agire.
La norma. Va ricordato, e questo è un passaggio importante, che l’Unione dei Comuni ha provveduto, con un contratto di servizio del settembre 2005, ad esternalizzare la gestione dei rifiuti solidi urbani alla Poliservice: contratto in scadenza nel 2030.
Il decreto del 2016 stabilisce che l’affidamento delle società miste è consentito solo se il socio privato è stato individuato attraverso una procedura ad evidenza pubblica a cosiddetto
doppio oggetto. Inoltre, la durata della società deve essere strettamente collegata a quella del
contratto di appalto o di concessione cui è legata. In carenza di questi presupposti, una società mista non può svolgere attività direttamente affidata dagli enti locali, sia pur proprietari.
Gli scenari. Nella nota trasmessa dall’Agir (Autorità gestione rifiuti urbani della Regione Abruzzo) sottolinea che non “appare possibile includere direttamente nel processo di aggregazione-fusione degli impianti pubblici gli impianti di proprietà di società miste che includono soci privati.
Questi ultimi, acquisirebbero infatti una rendita di posizione, con un indebito vantaggio concorrenziale rispetto a quanto ottenuto con la precedente gara, caratterizzata da un oggetto ben più ridotto rispetto a
quello che connoterà la gestione integrata nei singoli sub-ambiti”.
In pratica se si vogliono mantenere le attività della società mista, nell’ambito della programmazione pubblica, bisogna liquidare il socio privato, per poi procedere alla fusione della società con altre pubbliche. In alternativa, se non si optasse per l’integrazione, occorrerebbe liquidare le quote pubbliche attraverso una precisa procedura, o attendere la naturale conclusione della società, previa verifica con l’impegno degli enti proprietari a non prorogare la durata della società e fermo che gli impianti dovrebbero essere esclusi dal comodato al gestore integrato.
Il discorso, sul piano operativo, appare molto meno complicato di quello che sembra e a breve lo scenario dovrebbe essere più chiaro.