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Teramo

Giulianova, area ex Saig: cosa si intende per bonifica?

Giulianova. Sul tardo pomeriggio del giorno di Pasquetta abbiamo fatto il nostro sopralluogo sia nell’ex sito industriale sia nelle aree ad esso esterne: vale a dire la via che porta verso il fiume Tordino e prossima alla ex discarica comunale (da bonificare), che ricordiamo essere di demanio regionale ma sotto il controllo comunale, e la strada lungofiume che ad est del depuratore di Villa Pozzoni si interrompe per il crollo del ponte avvenuto circa quattro anni fa.

 

Lì, nella voragine, ancora vi sono le lastre di eternit bagnate dall’ acqua, insieme ad altri tipi di rifiuti. Quindi la situazione tendenzialmente non è mutata. In nessuna delle tre zone attenzionate. Rispetto al 25 marzo scorso i rifiuti non sono stati portati via, vi sono mucchi e cumuli di ogni tipo di materiale, tra cui frigoriferi, plastica ovunque, come pure materiali edili.
E’ questa la nota del gruppo consiliare Nos Noi Coltura Politica.

L’unica differenza sta nell’aumento e crescita della vegetazione e nelle pozzanghere di acqua piovana in cui insistono grandi cumuli di rifiuti.

All’interno della ex Saig, lato ovest, poi, risalta lo scheletro di una panda rossa e poco più distante il paraurti con intatta la targa, leggibile.

Con amarezza, rabbia, frustrazione constatiamo come ancora una volta si preferisca la propaganda alla verità dei fatti. Ed è per questo che invitiamo per l’ennesima volta l’assessora all’ Ambiente, Nausica Cameli, e i giornalisti a un confronto in loco, tra l’ immondizia, per raccontare alla cittadinanza quale sia davvero la realtà e cosa stiano facendo concretamente, le istituzioni e la proprietà, per rimuovere tutto il materiale, per conferire in maniera chiara e trasparente i rifiuti a discarica, per conoscere lo stato di salute ambientale e per ripristinare eventualmente l’equilibrio dell’ intero ecosistema.

Se vi è, inoltre, un piano di riqualificazione dell’ intera area, di tutto il tratto fluviale, affinché quella zona possa tornare a vivere dal punto di vista economico e paesaggistico, creando una via ciclopedonale naturalistica che consenta di giungere alla foce del Tordino anche dai comuni più interni. Questo implicherebbe un investimento sulla messa in sicurezza delle strade, con una pavimentazione idonea del tratto naturalistico, da una parte, e delle vie abitate, dall’ altro.

Continuiamo a chiedere trasparenza e dati sulla messa a discarica con dettagli sul conferimento dei materiali rimossi dalla ex Saig.

E, soprattutto, torniamo a chiedere all’ assessora di esplicitare cosa lei intenda con il termine bonifica.

 

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