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Teramo

Giulianova, dinamiche insediamentali dell’età del bronzo: libro in sala Buozzi

Sayonara Tortoreto

Giulianova. Le dinamiche insediamentali dell’Abruzzo nell’Età del Bronzo meritano studio e conoscenza. La ricerca svolta in merito a queste dinamiche si inserisce in un panorama archeologico validissimo ma ancora troppo poco indagato.

 

Sono annoverati i più importanti insediamenti dell’età del bronzo abruzzese come quelli rinvenuti a Celano Paludi nella Valle del Fucino, a Coccioli di Campli e Martinsicuro nel teramano. Inoltre, luoghi dove la presenza di siti del periodo è quasi del tutto sconosciuta come a Giulianova, ci hanno restituito diversi e importantissimi dati utili non solo per la comprensione del tessuto insediamentale regionale ma anche all’acquisizione di conoscenze importanti per tutto il panorama centro italico e non solo. Insomma, un vero e proprio strumento di ricerca completo per un territorio che fino ad oggi ha avuto informazioni in merito disgiunte e frammentate.

Il libro della Dott.ssa Andrea Di Giovanni sarà presentato sabato prossimo, 24 febbraio, alle ore 11, nella sala conferenze “B. Buozzi” di Giulianova Alta.
L’evento, patrocinato dal Comune di Giulianova e da Archeoclub d’Italia, è promosso dall’associazione giovanile FARE rappresentata da Andrea Marà ed Enrico Prosperi, soci fondatori e moderatori del dibattito.
Oltre all’autrice, saranno presenti la Dott.ssa Gilda Assenti, funzionario archeologo della Soprintendenza ABAP per le Province di L’Aquila e Teramo, Marco Marà, presidente dell’associazione Batia ed Alessandro Massacesi, presidente dell’Archeoclub “Pino Zanni Ulisse”, sede comprensoriale di Atri.
Porterà i saluti istituzionali Federico Montebello, consigliere del Comune di Giulianova.

“Questo evento culturale – dichiarano in proposito Andrea Marà ed Enrico Prosperi – è il secondo organizzato dalla nostra associazione con l’obiettivo di far conoscere una “storia invisibile”, valorizzando e promuovendo l’archeologia e il coinvolgimento giovanile.
È nostra convinzione, infatti, che la cultura sia e debba essere sempre più fonte di ricchezza sociale e di unione del nostro territorio”.

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