
Giulianova. Sabato 1 marzo, di fronte all’ingresso della “ex Saig”, nella zona industriale di Colleranesco, il gruppo “Nos-Noi/ Coltura politica” ha tenuto una conferenza stampa, al fine di informare e sensibilizzare la cittadinanza sullo stato di degrado dell’intera area: quella privata, in fase di pulizia, e quella esterna, la cui custodia è di competenza comunale.
Il consigliere Daniele Di Massimantonio – affiancato dal gruppo di lavoro Ambiente, formato da Diego Di Matteo, Simone Fanì, Daniele Nardi, Orlando Polilli e Ludovica Raimondi – ha spiegato, documenti alla mano, come la strada costeggiante a nord il sito industriale dismesso, benché ricadente su terreni di proprietà della società Progetti Abruzzesi sia in realtà di uso pubblico. Essa, infatti, è stata realizzata su terreni concessi al Comune in comodato d’uso gratuito, a far data dall’anno 1989. Il Comune di Giulianova, pertanto, è tenuto a prevenire e a rimuovere l’abbandono di rifiuti.
Nel 2021, inoltre, era stata predisposta l’installazione di un sistema di videosorveglianza e foto trappole che non sembrano essere state attivate, considerata l’ecatombe ambientale da noi denunciata la scorsa settimana, per mezzo del video denominato “Plastic Free a cielo aperto”, nonché la mancanza di notizie in merito alle sanzioni dei colpevoli di tanto degrado.
Infine, poiché le storie sono il “sangue” dei popoli, quindi la linfa vitale dei luoghi e dei territori che si abitano e si vivono quotidianamente, sono intervenuti tre cittadini giuliesi che hanno lavorato nella “ex Saig”, portando testimonianze interessanti e, a tratti, commoventi. Dai ricordi di Vittorio Pica, Patrizia Casaccia e Ubaldo Bellaspica è emerso come quelli della Saig fossero anni di benessere economico e sociale, di rispetto dei contratti e dei diritti dei lavoratori, con paghe che hanno consentito ai quasi duecento lavoratori di costruirsi una famiglia, pagare un mutuo, vivere dignitosamente. Almeno fino al declino e alla chiusura dello stabilimento. Lì si lavorava la melassa, un prodotto ricavato dalla barbabietola, per produrre alcol; si producevano mangimi e, in ultimo, un ottimo lievito.
Un luogo che fu un esempio di lotta sindacale, con riferimento al sindacalista Pasquale Di Massimantonio, sempre disponibile a supportare e a sopportare i lavoratori. A tal proposito, proprio durante la conferenza, i dipendenti di Amadori erano in sciopero nello stabilimento di Mosciano Sant’Angelo. A loro è stata espressa dalle persone presenti piena solidarietà e vicinanza.
Hanno chiuso l’iniziativa Dante Caserta, già presidente nazionale del WWF, e Marco Borgatti, presidente delle Guide del Borsacchio: il primo ha ricordato come un territorio degradato e alla mercé dei rifiuti possa rappresentare un danno non solo ambientale, ma anche economico, divenendo ghiotta preda della criminalità organizzata; il secondo ha fatto notare che, per il tratto di strada che porta dalla rotatoria al fiume, è possibile ipotizzare anche a occhio nudo l’ esistenza di strati di rifiuti su cui si è formata la vegetazione. Un danno al suolo, all’ aria e ai campi adiacenti dedicati alla coltura di quei prodotti alimentari che poi acquistiamo e consumiamo sulle nostre tavole.
Nel frattempo, sui profili social viene lanciato il nuovo video dal titolo “Superficiale è chi non scava”, realizzato con materiale raccolto nei giorni scorsi. Perché saremo pure inesperti a livello amministrativo, ma non siamo superficiali, soprattutto in tema di salute pubblica e ambientale”.