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Teramo

Giulianova, ora la Asl può vendere il vecchio ospizio marino

Ora la Asl di Teramo può vendere l’ex Ospizio marino di Giulianova, l’imponente e storica struttura in gran parte fatiscente sul lungomare Zara.

 

Nella riunione di ieri, 13 giugno, la giunta regionale guidata dal governatore Marco Marsilio ha dato il proprio via libera all’operazione, consentendo di modificare l’attuale destinazione ad uso sanitario.
A comunicarlo è stata la stessa giunta, annunciando che, su proposta dell’assessore alla Salute Nicoletta Verì, ha “preso atto della delibera della Asl che richiede la declassificazione a bene disponibile dell’immobile denominato Ospizio marino a Giulianova, in quanto non più utilizzato” e ha autorizzato “la Asl all’utilizzo anche a titolo oneroso dell’immobile”.

Nei mesi scorsi erano stati il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia e il sindaco giuliese Jwan Costantini a parlare pubblicamente dell’intenzione dell’azienda sanitaria di vendere l’edificio, annunciando un’asta il cui ricavato – stimato inizialmente in circa cinque o sei milioni di euro – sarebbe stato reinvestito nelle altre strutture sanitarie della città.

Il primo cittadino aveva anche aperto alla possibilità di consentire l’insediamento di una struttura ricettiva o alberghiera. Sull’ex Ospizio marino, però, ci sono vincoli paesaggistici e storici. Le condizioni attuali e il futuro della struttura sono quindi da tempo al centro del dibattito giuliese.

La Asl di Teramo, nel frattempo, si è già adoperata per liberare l’ex Ospizio marino. Nel gennaio scorso, infatti, ha portato via dalla storica struttura il suo distretto sanitario: sono finiti all’interno della Rsa di Bivio Bellocchio gli ambulatori dermatologici, odontoiatrici e oculistici, ma anche gli sportelli ‘di scelta e revoca’, gli uffici amministrativi e la commissione invalidi civili, mentre gli uffici del Siesp e l’ambulatorio vaccinale sono stati traslocati nell’ospedale giuliese. Ancora oggi, sul cancello di via dell’Ospizio marino compare il cartello che informa della chiusura del distretto sanitario. All’interno, nel piazzale, ci sono mezzi e strutture mobili della Croce rossa italiana.

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