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La lettera “affettuosa” a Jannik Sinner

lOCATELLI

Riceviamo e pubblichiamo.

 

Caro Jannik Sinner, non sono un appassionato di tennis. Non ne conosco nemmeno le regole. Del resto, il tennis tanti anni fa era uno sport che praticavano i giovani appartenenti alle famiglie cosiddette bene. Io, figlio di povera gente, mi dovevo accontentare (ma con immenso piacere) di rincorrere una palla di pezza insieme a tanti monelli ai quali non avevo nulla da invidiare.

Ho gioito con la stragrande maggioranza degli italiani per i tanti successi, per i titoli e i trofei da te vinti. La notizia che non sei andato al Quirinale mi ha fortemente indignato. Nei giorni scorsi avevi dichiarato: “non so ancora se andrò, devo decidere.”

Alla fine hai declinato l’invito.

Ti sei rifiutato di celebrare con Mattarella e gli altri campioni i successi del 2024 e la strepitosa vittoria australiana.

Un comportamento di una gravità inaudita, che non ha precedenti nella storia della Repubblica. E’ un’offesa fatta non soltanto al nostro amato Presidente, ma a tutti gli italiani.

Hanno detto che sei “alle prese con un affaticamento dopo gli sforzi australiani e che i medici ti hanno consigliato un periodo di assoluto riposo.”

Giustificazioni risibili! Avevi il dovere di essere presente. Punto e basta.

Tu sei un cittadino italiano e, anche se appartieni ad una minoranza linguistica ed etnica, devi essere orgoglioso di esserlo.

Caro Jannik sei soltanto un ragazzo ed hai già conosciuto la gloria. Sappi, però, che i trionfi passano e i comportamenti restano.

Voglio augurarti che in età matura tu possa riflettere sulla grave decisione di aver rifiutato l’invito al Quirinale e ne provi (perché no?) anche un po’ di vergogna.

Il cittadino

Antonio Franchi

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