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Teramo

Le mafie nei pascoli in Abruzzo: incontro all’Istituto Agrario “Zoli” di Atri

Se ne è parlato con la professoressa universitaria Lina Calandra

Le mafie nei pascoli in Abruzzo: gli alunni dell’Istituto Tecnico Agrario Adone Zoli di Atri si confrontano con la Professoressa Lina Calandra, docente e ricercatrice dell’Università degli Studi dell’Aquila, in una mattinata di lavoro volta a formare nuove “sentinelle della legalità”.

 

Il 20 gennaio l’Istituto Tecnico Agrario Zoli di Atri ha ospitato la Professoressa Lina Calandra, docente e ricercatrice di Geografia del dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli studi dell’Aquila.

“Gli alunni del triennio”, racconta l’istituto in una nota, “hanno avuto l’occasione di vivere con lei una mattinata di lavoro interattivo su un problema urgente che colpisce l’agricoltura e la pastorizia: la mafia. Questi settori, nell’immaginario immacolati, si sono dimostrati nel tempo forieri di truffe e illegalità, talvolta gestite da vere e proprie organizzazioni criminali e mafiose”.

“La scuola ha fortemente caldeggiato l’evento perché si pone come obiettivo non solo quello di formare dei periti agrari, ma anche e soprattutto di generare delle “sentinelle della legalità”, in grado di discernere, evitare e fronteggiare meccanismi illegali e mafiosi nel loro settore lavorativo e nella vita”.

L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali della vicaria, Professoressa Secondina Narcisi, e da un brainstorming degli studenti sulla definizione di mafia, sull’impatto che secondo loro può avere in diversi settori della vita quotidiana, sulla percezione di distanza o vicinanza del fenomeno e sulle aspettative riguardo all’incontro.

La Professoressa Calandra ha cercato di rispondere ad ogni quesito attraverso una lectio magistralis che ha preso il via dal suo primo incontro inaspettato con il problema. 2La docente, nell’ambito di ricerche di Geografia Umana per studiare la convivenza tra uomo e ambiente ha condotto, insieme ad un gruppo di ricercatori, delle interviste a 1077 persone residenti in 112 comuni distribuiti in tre aree protette: Gran Sasso e Monti della Laga; Sirente Velino e Maiella Morrone. L’esistenza di una mafia dei pascoli è emersa dapprima in maniera velata, da parole sfuggite all’omertà degli intervistati, poi, approfondendo i sospetti, in maniera sempre più esplicita.
Con uno studio attento delle Aziende e della distribuzione dei titoli pac attraverso il Sistema Informativo Nazionale, i ricercatori hanno poi scoperto reti mafiose operanti in tutta Italia, dando così il via ad importanti operazioni antimafia, tra cui l’ “operazione transumanza” diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura dell’Aquila, che ha confermato l’esistenza di un sodalizio criminale per ottenere in assegnazione i titoli PAC”.

La Professoressa Calandra ha approfondito poi “l’aspetto delle modalità mafiose, spesso molto sottili e non riconoscibili. “Le mafie sono sotto gli occhi. Bisogna indossare gli occhiali giusti per vederle”.

La seconda parte della mattinata ha visto la partecipazione della Professoressa Alessandra Maranella, docente dello Zoli, “con una riflessione sulle conseguenze dell’assenza dei pascoli in montagna da un punto di vista ambientale a agrotecnico pastorale”.

Un lungo dibattito ha chiuso l’evento, con domande e riflessioni che hanno messo in evidenza l’interesse e l’indignazione degli studenti per la mafia.

La Professoressa Calandra ha espresso” il desiderio che proprio la scuola diventi un investimento per sconfiggere il fenomeno”.
La moderazione di tutta la mattinata è stata affidata alla Professoressa Maria Serena Manco.

Dopo l’evento, la Professoressa Lina Calandra è stata intervistata dal Prof. Emiliano Saverioni in diretta su Radio Nuvola, la radio dell’Istituto Zoli. L’intervista integrale è disponibile su https://youtube.com/live/1SuRYsTddLM?feature=shared

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