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Teramo

Lettera mensile del vescovo di Teramo ai giovani

Le parole di monsignor Lorenzo Leuzzi

lOCATELLI

Carissimi e carissime,

ho iniziato a scrivere questa lettera il 28 gennaio giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di un grande filosofo e teologo: San Tommaso d’Aquino, sacerdote domenicano.

Molti di voi, forse, non conoscono il personaggio. Quando anch’io studiavo filosofia, negli anni del liceo classico, non si dava molta importanza all’autore. 

È un santo che non è ricordato per i miracoli compiuti. Papa Giovanni XXII rispose così a chi gli faceva notare questa assenza: “i suoi miracoli sono i suoi scritti”.

Perché i suoi scritti sono miracoli?

Perché invitano alla conoscenza.

San Tommaso viveva in un contesto molto diverso dal nostro.

Eppure, lui ha anticipato ciò di cui abbiamo bisogno oggi per vivere il nostro tempo.

Si può vivere senza conoscenza? O meglio, si può sperare senza la conoscenza? 

Negli anni passati forse sì. Ma oggi è davvero impossibile, anzi addirittura dannoso per la vita di ciascuno di noi.

Essere in balìa del caso o delle proposte prodotte dagli strumenti tecnologici significa non costruire la propria vita.

Il filosofo e teologo San Tommaso ci ricorda, tanti secoli prima, che anche nel mondo moderno è possibile conoscere. Anzi è ancora più decisivo il desiderio di capire!

La conoscenza non ha limiti, mentre il programma tecnologico sì. Confondere la conoscenza con il prodotto tecnologico significa tornare indietro nella storia.

Carissimi e carissime,

da pochi giorni è iniziato il Giubileo 2025, animato dall’invito di papa Francesco ad essere pellegrini di speranza.

Il primo passo che vorrei condividere con voi in questo cammino è di aprire il cuore e la mente alla conoscenza.

Pensando alla Porta Santa e al nostro desiderio di attraversarla, ciascuno di noi è invitato a ripartire facendo esperienza che l’incontro con il Signore apre la nostra vita ad una conoscenza sempre più ampia.

Il Signore, che è la Porta (cf. Gv 10, 1-10), ci attende e ci sollecita a capire che cos’è la nostra vita personale e la storia nella quale viviamo.

Tante volte abbiamo ascoltato e letto che la vita di fede deve rinchiudersi e separarsi dalla scienza.

Ma la scienza non è sinonimo di tecnologia!

Tommaso lo aveva capito. Il mondo moderno fa fatica a compiere questo passo perché ha paura di capire e si affida alla tecnologia.

Solo la conoscenza può aprire la strada alla speranza.

La tecnologia è solo uno strumento.

Non abbiate paura di conoscere. Il Signore è con coloro che rischiano nella conoscenza, perché Lui ci vuole protagonisti nella e della storia.

Questa è la vera via della speranza!

Abbiate l’umiltà di ammettere quando non avete capito. È l’umiltà di chi non ha paura. Insieme, come San Tommaso, troveremo vie nuove per costruire un mondo migliore.

Vostro, 

Lorenzo, vescovo

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