Manutenzione aree verdi Asl Teramo, “Lavoratori non riassunti ancora senza stipendio”
Non tutti i 15 lavoratori sono stati assunti dalla nuova ditta che ha vinto l'appalto
Teramo. Il cambio ditta per la cura delle aree verdi esterne agli ospedali della Asl di Teramo ha creato scompiglio tra i lavoratori.
“Il 16 ottobre scorso”, racconta la sigla sindacale Fai Cisl, “15 lavoratori addetti alla manutenzione ordinaria delle aree verdi, che prestavano servizio presso gli edifici dei presidi sanitari e plessi esterni alla ASL di Teramo, furono licenziati dalla ditta Vivai Antonio Marrone Srl, a causa della perdita della gara di appalto messa in atto dalla ASL”.
La gara fu aggiudicata dalla ditta RTI società Flaminia Garden e gruppo Stazi Mariani srl; la stessa fin dall’inizio dichiarò che, avendo in forza i propri dipendenti, non avrebbe assunto i 15 lavoratori licenziati.
Ne scaturì una lunga e travagliata vertenza contrassegnata da molti incontri tra RSA (Rappresentanti Sindacali Aziendali) e Sindacati con la ditta RTI società Flaminia Garden e gruppo Stazi Mariani Srl e la ASL, con manifestazioni di protesta sotto la Sede della ASL di Teramo che, secondo il Sindacato, doveva svolgere il ruolo di garante, visto che la gara veniva pagata dalla ASL con soldi pubblici”.
“All’ennesimo incontro avvenuto nella Prefettura di Teramo, presenti ASL, Ditta e RSA/Sindacati, la Ditta tirò fuori dal cilindro il famoso coniglio, facendo una proposta assurda: assunzione di alcuni dei 15 lavoratori licenziati, motivando che non aveva capienza economica per tutti e che, inoltre, la scelta dei lavoratori da assumere l’avrebbe fatta l’azienda. Solita storia Italiana, il debito privato diventa pubblico, ma se fa utili resta privato.
In quella riunione la Fai-Cisl fece una controproposta sensata e solidale: riproporzionare le ore di lavoro col salario, che avrebbe significato “lavorare meno e lavorare tutti”, vecchio pallino della Cisl, senza costi aggiuntivi per la ditta. La proposta della Fai-Cisl non fu accolta e l’azienda unilateralmente scelse numeri e nominativi dei lavoratori che, successivamente, furono assunti, lasciando fuori i lavoratori più deboli”.
Inoltre, “sembrerebbe che il numero di lavoratori assunti non corrisponderebbe a quello sottoscritto nel capitolato, e che, sempre con l’obbligo del condizionale, alcuni lavoratori si sarebbero dimessi e non sarebbero stati rimpiazzati. Infatti, affinché venisse fatta piena chiarezza in merito al numero dei lavoratori in forza dalla data di assunzione ad oggi, la Fai-Cisl fece richiesta all’Ispettorato del lavoro di Teramo di visita ispettiva alla ditta, senza ad oggi ricevere risposta”.
“Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata, per cui passano i secoli ma i problemi restano. Infatti i lavoratori che non sono stati riassunti dalla società vincitrice della gara ad oggi sono senza stipendio. Attraverso la Fai-Cisl, hanno fatto ricorso al giudice del lavoro, che ha stabilito la data dell’udienza per il prossimo mese di settembre”.