Martinsicuro. La serata del 24 novembre 2024 al Museo delle Armi Antiche di Martinsicuro ha offerto al pubblico un viaggio nel passato, esplorando la storia e il fascino del libro antico a stampa.
L’incontro, curato dal bibliografo Francesco Terrasi e coordinato dalla consigliera comunale Valentina Coccia, ha riscosso un notevole successo, grazie all’approfondimento dettagliato e alla passione trasmessa dal relatore.
Dopo i saluti introduttivi di Sara Torquati, Presidente del Museo, la consigliera Coccia ha preso la parola per sottolineare l’importanza di eventi culturali di questo genere, che da quattro anni a questa parte contribuiscono a dare sempre più lustro al Museo delle Armi e, di riflesso, alla città di Martinsicuro. Successivamente, ha ringraziato Terrasi per la sua disponibilità, definendolo una figura di grande competenza nel panorama culturale e bibliografico.
Terrasi ha trasportato il pubblico in un affascinante excursus sulla storia del libro, partendo dai materiali utilizzati per la scrittura e la conservazione delle informazioni nei secoli.
Inizialmente, ha spiegato Terrasi, si utilizzavano i papiri, realizzati a partire dalla pianta omonima, un materiale diffuso soprattutto nell’antico Egitto. Dai graffiti di Pompei alle tavolette cercate, dai rotoli di papiro alla pergamena. Monaci, mercanti, intellettuali e la storia di uno strumento tecnologico rivoluzionario.
Con l’arrivo della carta, introdotta in Europa attraverso la Spagna islamica intorno al XII secolo e diffusa grazie alla produzione nei mulini cartari, la produzione libraria subì una rivoluzione. La carta era meno costosa della pergamena e più facile da produrre, favorendo una più ampia diffusione dei libri.
Terrasi ha poi approfondito le scelte di rilegatura adottate nei secoli. Nei primi libri stampati, la rilegatura non era soltanto una questione estetica, ma anche funzionale: serviva a proteggere i fogli e a garantirne la conservazione. Le copertine erano realizzate in legno ricoperto di pelle o cuoio, spesso decorati con impressioni a caldo o inserti in oro. Alcuni volumi includevano persino fibbie o lacci per tenerli chiusi ed evitare che i fogli si piegassero.
Terrasi ha descritto come l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg abbia segnato un momento di svolta nella produzione libraria. Ha spiegato il funzionamento delle prime presse da stampa, ispirate a quelle utilizzate per la spremitura dell’uva. Queste macchine utilizzavano la pressione per trasferire l’inchiostro dai caratteri mobili alla carta, un processo che richiedeva grande precisione e abilità.
Un aspetto particolarmente interessante trattato da Terrasi è stato il ruolo della filigrana. Introdotta con la produzione cartaria, la filigrana era un segno distintivo del fabbricante della carta, visibile in trasparenza quando il foglio veniva osservato controluce. Questo elemento, spesso rappresentato da simboli, stemmi o iniziali, serviva come garanzia di autenticità e qualità del prodotto.
Nella seconda parte della serata, Terrasi ha mostrato al pubblico alcuni preziosi esemplari di libri del Cinquecento provenienti dalla collezione del Museo. Ha illustrato come questi volumi rappresentino esempi straordinari dell’arte della rilegatura e della stampa dell’epoca. Ha descritto le tecniche di rilegatura, mostrando come i fogli stampati venissero raccolti in fascicoli, cuciti con fili di lino o seta e successivamente protetti da copertine rigide.
Ha inoltre spiegato come i margini delle pagine venissero progettati in modo proporzionato per garantire un’armonia visiva e lasciare spazio per annotazioni e decorazioni. Particolare interesse ha suscitato l’approfondimento sulle illustrazioni xilografiche, incise su blocchi di legno e stampate insieme al testo, che spesso adornavano i volumi antichi.
Il pubblico, numeroso e partecipe, ha dimostrato grande apprezzamento per l’approfondimento culturale offerto dalla serata. L’evento si è concluso con un caloroso applauso, confermando ancora una volta il Museo delle Armi come un polo di eccellenza culturale per Martinsicuro e il suo territorio.