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Teramo

Martinsicuro, bambini picchiati durante la colonia: è iniziato il processo

Sotto accusa un educatore della parrocchia che aveva organizzato il campo scuola

Martinsicuro. A processo un educatore di 55 anni di Martinsicuro, siciliano di origini, accusato di abuso di mezzi di correzione, percosse lesioni e violenza privata.

Si è aperto lunedì scorso al tribunale di Ascoli Piceno, dinanzi al giudice Domizia Proietti, e poi aggiornato al prossimo 13 gennaio, il processo che vede imputato S.M.G. e accusato di aver picchiato, con cinghiate tre bambini, all’epoca dei fatti di 12 anni, che partecipavano ad una colonia montana organizzata dalla parrocchia del Sacro Cuore di Martinsicuro.

La vicenda. Tutto, in base a quello che ha tracciato l’indagine fino ad ora, il 55enne durante il soggiorno sui Monti Sibillini (nella zona di Roccafluvione, nelle vicine Marche, era il 2022) avrebbe picchiato i tre ragazzini.
La vicenda è emersa dopo la denuncia presentata dalla famiglia di uno dei tre minori vittime degli episodi di violenza (difesi dagli avvocati Mauro Gionni per il percorso penale e Vittorio Taffoni per la costituzione di parte civile). E dalla denuncia poi sono partite una serie di riscontri durante i quali sono stati ascoltate 11 persone. Del caso è stata interessata anche Maria Concetta Falivene, garante per l’infanzia della Regione Abruzzo.

Il racconto. L’uomo durante il soggiorno avrebbe alzato le mani sui tre ragazzini, principalmente nelle stanze dei ragazzi, in orari notturni e lontano dagli sguardi degli altri partecipanti alla colonia.

Secondo i racconti, l’educatore li avrebbe fatti mettere faccia al muro per poi colpirli ripetutamente, anche con una cintura, dal lato della fibbia, ed una borraccia di metallo. In un’occasione, uno dei ragazzi sarebbe stato afferrato per il collo e schiaffeggiato, mentre un altro sarebbe stato buttato a terra e colpito con pugni. In un’altra circostanza, uno dei ragazzini, sarebbe stato colpito con un forte schiaffo dietro alla nuca dinanzi a tutti.

Le aggressioni avrebbero lasciato sui giovani lividi e segni evidenti, causando loro anche un profondo disagio psicologico. L’educatore avrebbe minacciato i ragazzi di non rivelare gli abusi, promettendo conseguenze ancora più gravi.

Il processo. Al di là di quelli che saranno gli sviluppi del processo, che proseguirà a gennaio, a livello cittadino molti sono gli interrogativi che ancora non trovano risposte, anche se la vicenda è accaduta oltre 2 anni fa. Dal ruolo dell’educatore presente a Roccafluvione, nella sostanza mai chiarito dalla parrocchia (e pare allonatanto qualche giorno dopo= e che tanti interrogativi hanno generato nelle famiglie e che al momento non hanno avuto risposte.

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