Martinsicuro, fornace Fiore: “il progetto va rivisto”
La consigliera Viola chiede di rivedere gli aspetti tecnici dell'intervento
Martinsicuro. Rivedere il progetto di recupero e riqualificazione dell’area dell’ex fornace Fiore a Martinsicuro. La richiesta è avanzata dalla consigliera di minoranza Marta Viola, che in una nota analizza alcuni aspetti storici ed archeologici della vecchia fornace.
Elemento, peraltro, che l’esponente di minoranza aveva evidenziato nel corso del consiglio comunale nel quale è stata approvata la plusvalenza a favore dell’Ente.
Va detto che in quello spazio, attraverso un cambio di destinazione d’uso, troveranno spazio edifici commerciali e non solo.
“Il progetto approvato nel 2021 ha infatti previsto il cambio di destinazione d’uso dell’area rendendola spazio commerciale e sarà per questo oggetto di interventi di demolizione e ricostruzione”, sottolinea Marta Viola, che alcune delle perplessità le aveva evidenziate in sede consiliare. “L’area avrebbe invece meritato di diventare un polo Museale e culturale in modo da garantire grande rilievo al sito e diventare un punto di riferimento per approfondimenti e studi della nostra storia.
Oltre questo, il problema che ho sollevato nello specifico in sede di Consiglio, riguarda l’intervento relativo al sito di archeologia industriale della fornace che ovviamente non verrà demolito ma sarà di fatto inglobato nella nuova costruzione commerciale con elementi che vanno di fatto a sminuire e offuscare la sua struttura. Non possiamo permettere che il nostro patrimonio storico, di cui alcuni nostri concittadini custodiscono ancora la memoria, riceva questo trattamento.
Sollecitiamo pertanto una revisione del progetto che permetta una reale valorizzazione della
fornace”. La consigliera comunale allega anche una nota di Italia Nostra proprio sull’intervento in questione.
“Un’altra fornace della fascia costiera abruzzese rischia di scomparire per essere trasformata, come la fornace di Vasto, in un centro commerciale.
Il progetto di ristrutturazione edilizia e cambio di destinazione d’uso, ai sensi della LR 49/2012, presentato dalla Mare Blu Spa e accolto dal Comune con delibera n. 24 del 30 giugno 2021 prevede di fatto la distruzione della Fornace Franchi, fondata all’inizio del Novecento.
Come è noto, la nostra Costituzione (art. 9) affida il compito della tutela del patrimonio storico artistico non solo agli organismi statali ma anche agli stessi enti locali che ne esercitano la potestà attraverso i propri atti deliberativi. In questo senso la Legge Urbanistica Regionale 18/83 prescrive tra i contenuti del PRG comunale (art. 9, lett. p) l’individuazione di edifici degni di tutela e il Comune ha coerentemente agito in tale direzione stabilendo all’art. 41 del proprio PRG la conservazione dei manufatti esistenti; la recente approvazione del distruttivo progetto contraddice, quindi, in modo del tutto inopportuno, la stessa regola che con il PRG il Comune si era data.
Anche in questo caso, come in diversi altri (si pensi alla vicina Giulianova), l’impianto aveva subito trasformazioni necessarie alla modernizzazione del ciclo produttivo dei laterizi a partire dal taglio delle testate del forno continuo per rendere possibile l’accesso dei mezzi meccanici all’interno dei tunnel. Tale intervento è stato accompagnato a Martinsicuro da altre modifiche della costruzione, come la sostituzione della copertura e del sistema di smaltimento dei fumi, ma non ha comunque comportato la demolizione totale dei manufatti esistenti che mostrano ancora parti significative riconoscibili con le quali confrontarsi in sede progettuale. Proprio per tale motivo sarebbe stato opportuno che il progetto presentato avesse reso leggibile la stratificazione delle testimonianze esistenti, partendo da una indagine filologica da cui far derivare gli elementi degni di
conservazione e recupero, ben oltre il previsto mantenimento della ciminiera dell’impianto.
A nostro avviso sono sicuramente da salvaguardare i resti del forno di cottura dei laterizi e la lunga facciata est della fabbrica, che con la sua caratteristica sequenza di aperture caratterizza il paesaggio pianeggiante di Villa Rosa. Un segno a scala territoriale che non solo è qualificante per la qualità del luogo ma è significativo anche per la memoria della comunità, elemento importante dello sviluppo locale e della vicenda umana di tanti abitanti, contadini operai, del luogo. Per tutto ciò Italia Nostra chiede con forza una profonda revisione del progetto che veda una diversa definizione delle destinazioni d’uso, l’introduzione di elementi di valenza culturale e pubblica ed
assuma come perno della composizione architettonica la valorizzazione delle testimonianze storiche residue.”