Martinsicuro, il cartello antifascista che fa discutere. La consigliera Viola: episodio gravissimo
Martinsicuro. E’ un episodio molto grave quello che racconta, in una nota, Marta Viola, consigliera comunale di Europa Verde e finita al centro di un caso, questa mattina, in occasione delle celebrazioni in piazza Cavour del 25 Aprile.
La consigliera comunale, racconta, di essere presentata alla commemorazione con un carcello con su scritto: 25 aprile. Liberazione dal nazifascismo”. E questo perchè racconta Maria Viola, nel manifestato del Comune di parlava “genericamente di commemorazione dei caduti”, senza alcun riferimento alla liberazione dal nazifascismo”.
“La storia va ricordata nella sua realtà dei fatti e alla luce della Costituzione che è antifascista. Come pronipote di una delle partigiane di Martinsicuro, Giuditta Tommolini Corsi che ha contribuito alla salvezza dell’allora Tenente dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, confluito nel gruppo dei partigiani della Provincia di Ascoli Piceno, proteggendolo nella soffitta della sua casa in via Roma 164, da ottobre a dicembre del 1943, ritengo doveroso che questo Comune riconosca l’importante storia di resistenza avvenuta anche nelle nostre strade di quegli anni difficili”.
La vicenda. Marta Viola racconta quanto accaduto stamane. “Nel momento in cui ho messo piede nella pubblica piazza Cavour un cittadino ha iniziato ad insultarmi per via del cartello, arrivando anche a fare due volte il saluto nazifascista con il braccio teso”, racconta.
“Pensavo fosse un caso isolato, dato che ad essere antifascisti e nel riconoscere i fatti storici dovremmo essere tutte e tutti, di destra di centro e di sinistra. Chi non si riconosce in questo, dimostra di aderire ancora ai valori della cultura fascista.
Invece avvicinandomi al punto di incontro della commemorazione, alla presenza della cittadinanza, delle forze dell’ordine e di alcuni amministratori comunali, sono stata nuovamente aggredita verbalmente da diverse persone.
Due esponenti dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (ANMI) mi hanno intimato di andare via, con quel cartello, perché non ero gradita. Mi è stato detto che dovevo vergognarmi, esattamente però nessuno ha saputo darne il motivo visto che il cartello riporta un fatto storico che è anche fondamento della Costituzione Italiana.
Un altro passante mi ha detto di allontanarmi e portare via il cartello altrimenti mi avrebbe percossa (letteralmente “te vatt”) e altri insulti che non sto ad elencare.
La polizia municipale che era presente non è intervenuta.
La vice sindaco mi ha accusata di protagonismo e di strumentalizzazione, alzando la voce e non permettendomi di rispondere. Una consigliera comunale appartenente alla Commissione per le Pari Opportunità ugualmente non ha esitato ad esprimere il suo disappunto per quel cartello non consentendo alcun tipo di dialogo.
Se non fosse per l’intervento prezioso del prof. Leopoldo Saraceni, studioso e conoscitore anche della nostra storia locale di guerra e resistenza, nessuno avrebbe fatto menzione del fatto che il 25 aprile è la giornata in cui ci siamo liberati dal nazifascismo. Ha pronunciato la parola Resistenza, a parte il prof Saraceni, soltanto il parroco Don Anselmo.
Infatti la vice sindaco, che ha preso parola in mancanza del primo cittadino, si è espressa ricordando le vittime di guerra senza fare un accenno alla liberazione dai nazifascisti. Ha citato la libertà e la democrazia, ignorando di sottolineare che questa libertà e questa democrazia sono possibili proprio grazie a chi ha sconfitto il regime dittatoriale fascista che ha plasmato e governato la cultura italiana per vent’anni conducendoci in una guerra sanguinosa e devastante.
Al termine ho declinato l’invito a partecipare alla fotografia istituzionale, posto dalle stesse persone che all’inizio della cerimonia mi hanno riservato il trattamento sopra descritto.
Trovo irrispettoso che si possa trattare una ricorrenza fondamentale per la nostra storia democratica in questo modo, non riconoscendo le responsabilità e aggredendo chi semplicemente ricorda il motivo per cui si celebra il 25 aprile.
Proprio chi mi ha trattato in questo modo ha dimostrato quanto è ancora forte l’attaccamento alla più nera delle pagine della nostra storia. Quello che è successo questa mattina è una fotografia che racconta molto, non solo di Martinsicuro, ma dell’Italia intera”.