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Teramo

Martinsicuro, interventi sul Vibrata: “ignorate le politiche di gestione del torrente”

Proteste per gli interventi in corso in questi giorni

Martinsicuro. “L’ennesimo intervento contro il territorio si sta perpetrando sul fiume Vibrata nel suo tratto verso la foce. Nonostante le precise direttive vigenti, che vietano in questo periodo qualsiasi intervento sulla vegetazione ripariale, gli Enti preposti ignorano le corrette politiche di gestione, che oltre ad essere in linea con tutta una serie di regolamenti regionali, nazionali ed europei, possono garantire il mantenimento dell’habitat ideale per l’avifauna selvatica, ma soprattutto migliorare la messa in sicurezza del fiume e delle zone limitrofe”.

 

La posizione, netta, è delle consigliere comunali Simona Lattanzi (Martinsicuro e Villa Rosa bene Comune) e Marta Viola (Europa Verde).
Lo scorso dicembre è stato presentato un piano di sistemazione idraulica del fiume Vibrata da parte del Genio Civile, con il contributo economico della Regione Abruzzo di circa 2 milioni di Euro. Questo progetto prevede il dragaggio del materiale litoide e l’estirpazione della flora ripariale con conseguente abbassamento dell’alveo, che non deve andare oltre i due metri per evitare il rientro del mare.

“Tutto ciò è in netto contrasto con il Piano Regionale Paesistico (zona A1 protezione integrale), che classifica il tratto in questione come Oasi di Protezione della fauna (Art.10 L.157/92 e Art.16 L.R.10/2004); con la Direttiva Europea 2000/60/CE; con la Direttiva Europea Alluvioni 2007/60/CE; con il D.Lgs.49/2010 e con l’Art.9 della Costituzione.
Con una nota indirizzata a tutte le autorità di competenza, si chiedeva di modificare questo intervento che, dati tecnici alla mano, risulta essere illegittimo e assolutamente non efficace a risolvere le grandi criticità relative al rischio alluvionale.

Nessuno ha risposto.
Il progetto è in fase di attuazione proprio in questi giorni e ciò comporta la distruzione dell’habitat di molte specie, sia animali che vegetali, che in questo periodo sono nel pieno del processo riproduttivo, senza contare che, all’apice della stagione turistica, l’acqua risulta fortemente intorbidita dal movimento terra, acqua color fango che arriva al mare insieme a immondizie abbandonate lungo gli argini.
Il prelevamento del terreno litoide è un grave peggiorativo dei fenomeni erosivi della costa; il taglio del canneto elimina la capacità fitodepurativa dell’apparato vegetale, che rappresenta un alleato naturale per la qualità delle acque. Ne risulta che questi interventi vanno nella direzione opposta a quelle che sono le priorità di una località di vacanza, come anche del benessere e della sicurezza dei cittadini, proponendo soluzioni provvisorie e ascientifiche.

Questa perpetrazione di azioni a danno dell’ecosistema e realizzato con ingenti quote di soldi pubblici, indica ancora una volta che la direzione assunta dalla Regione Abruzzo non è a sostegno del territorio e delle comunità”.

 

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