L’inchiesta non è ancora stata chiusa e il supplemento di indagine mira a fare luce, definitiva, sulle cause della morte di Gabriele Ceci, 53 anni, l’allora direttore generale della Poliservice, morto a Isola del Gran Sasso nell’auto, della Ruzzo Reti, finita in una scarpata dopo il cedimento della strada.
Per quella vicenda, sono indagati il sindaco di Isola del Gran Sasso e un tecnico comunale (come atto dovuto), ma l’inchiesta non è ancora conclusa anche perché il sostituto procuratore Francesca Zani, titolare del fascicolo, ha chiesto e ottenuto una proroga per ulteriori accertamenti sulla strada che conduce alle sorgenti del Ruzzo.
La ricostruzione. Nelle carte della Procura, poi, ci sono alcuni elementi importanti, utili per definire il campo delle responsabilità. In primis le condizioni della strada (dissequestrata solo di recente dopo l’incidente di Ceci, del luglio del 2023), che viene classificato dal Cai come percorso per escursionisti esperti. Insomma una strada decisamente pericolosa per il transito delle auto e la stessa dichiarata transitabile in sicurezza solo pedonalmente e da parte di escursionisti esperti. In pratica il transito veicolare era consentito solo per situazioni indifferibili relative alla manutenzione e manovre agli impianti di captazione del Ruzzo. Come previsto nell’ordinanza sindacale.
Il viaggio. Quel giorno, 12 luglio del 2023, Gabriele Ceci, direttore generale della Poliservice e Pierangelo Stirpe, direttore generale della Ruzzo Reti, si erano recati alle sortente del Ruzzo, per definire i contorni di una convenzione per la raccolta dei rifiuti in prossimità della stessa sorgente, ma non solo. I mezzi della Ruzzo Reti erano tre e quello nel quale viaggiavano Stirpe, Ceci e la Cognitti era il terzo in ordine di percorrenza.
E dunque indagine che dovrà ora fissare elementi di responsabilità per l’incidente mortale, sotto vari profili. Da quello legato alle condizioni della strada, della percorrenza e dalla guida del mezzo.
