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Teramo

Nereto dedica un largo a Elvira Mignini e Domenico Cianciarelli

Sayonara Tortoreto

Nereto. Lo spiazzo di Nereto compreso tra la chiesa di Maria Santissima dell’Addolorata e via Gramsci da domenica scorsa si chiama “Largo Elvira Mignini-Domenico Cianciarelli”. Personalità che con il loro impegno hanno arricchito la comunità neretese, grazie anche all’aiuto dei più bisognosi.

Elvira da presidente dell’Azione Cattolica di Nereto in età giovanile, come anche negli ultimi anni della sua vita quando non poteva nemmeno provvedere a sè stessa, ha sempre dato sostegno al prossimo come ad esempio adottando, a distanza, orfani del terzo mondo. Ha dedicato tutta la sua vita, ad aiutare le comunità in cui è vissuta, come anche quelle a lei più lontane.

È stato per me – ha detto il sindaco di Nereto Daniele Laurenzi – un piacere e un onore accogliere la richiesta di onorare la memoria dei coniugi Mignini-Cianciarelli, anche come nuovo tassello nel percorso intrapreso per la parità di genere nella nostra toponomastica. Un ulteriore spazio dedicato ad una donna, in questo caso Elvira è stata la prima emigrante, benefattrice, donna neretese alla quale abbiamo dedicato un largo, dinanzi ad un luogo sacro a lei molto caro. Elvira – ha proseguito il primo cittadino neretese – con la collaborazione di Domenico, si prodigò in numerose opere di carità e di sostegno, di cui ne fece una ragione di vita, durante tutto il periodo di permanenza in Venezuela.

La giornata è stata anche occasione per delle riflessioni sui fenomeni migratori dei popoli e per con la presenza di don Massimo Balloni e don Dario Lucantoni, la Confraternita dell’Addolorata, il già Onorevole Serafino Pulcini, Leonardo D’Ippolito dell’Associazione Nazionale Famiglie Emigrate, le autorità militari presenti e non per ultimo il Prof. Francesco Cianciarelli, figlio di Elvira e Domenico. Quest’ultimo, visibilmente commosso, ha ringraziato gli oratori, sottolineando quanto sia stata costellata di immensi sacrifici e rinunce la vita degli emigranti nel dover rinunciare alle abitudini, ai luoghi che li ha visti nascere, alla lingua, ai sacri affetti.

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